Alessandro Selvaggio
Alessandro Selvaggio

Un giovane di soli 22 anni, Alessandro Selvaggio, ha perso la vita in un incidente stradale mentre era in servizio come pizzaiolo su una Vespa. L’incidente si è verificato il 18 ottobre 2015, in una strada dissestata di Villaricca, un comune in provincia di Napoli. Alessandro stava portando delle pizze quando ha perso il controllo del suo scooter a causa di una strada malmessa, senza adeguata segnaletica orizzontale. La caduta, fatale, gli è costata la vita.

Questa tragedia ha scatenato una battaglia legale che ha portato alla condanna del comune di Villaricca e di un ingegnere responsabile della manutenzione delle strade. Il tribunale ha stabilito che la cattiva condizione della strada e la mancanza di segnaletica fossero le cause principali dell’incidente, un caso che ha sollevato importanti interrogativi sulla responsabilità degli enti pubblici.

La condanna e la sentenza storica

Il giudice Monocratico Dott.ssa Alessandra Farina del Tribunale di Napoli Nord ha pronunciato una sentenza significativa, condannando l’ingegnere responsabile della manutenzione stradale a un anno e quattro mesi di reclusione con pena sospesa. La condanna è stata pronunciata per omicidio colposo, in relazione al sinistro che ha coinvolto Alessandro Selvaggio. Inoltre, il comune di Villaricca è stato dichiarato responsabile civile per la mancata manutenzione delle strade locali.

L’avvocato Walter Rapattoni, che ha rappresentato la famiglia della vittima, ha dichiarato che questa sentenza segna un punto di svolta per la responsabilità degli enti locali riguardo alla sicurezza stradale. “Oggi, si fa giustizia per chi è stato vittima di incidenti stradali causati da strade malridotte e prive di sicurezza. È un segnale che la sicurezza delle strade deve essere una priorità”, ha affermato l’avvocato Rapattoni.

Le concause dell’incidente e la consulenza tecnica

Un aspetto fondamentale che ha contribuito alla condanna è stato l’analisi delle condizioni della strada, che non era idonea alla circolazione sicura dei veicoli. L’architetto Giuseppe Di Giampietro, esperto di infrastrutture stradali, ha contribuito come consulente tecnico alla causa. Secondo la sua analisi, l’incidente è stato causato da tre fattori principali: il comportamento del guidatore, il veicolo e, soprattutto, le condizioni della strada. In particolare, il manto stradale deteriorato e la mancanza di segnaletica hanno contribuito all’incidente mortale.

L'architetto Di Giampietro ha spiegato che una strada sicura deve essere progettata per essere “autoesplicativa” e “autoapplicante”, in grado di prevenire gli errori dei conducenti. In questo caso, la mancata manutenzione e la carenza di segnaletica stradale hanno reso la strada un pericolo per gli utenti.

Il ruolo delle associazioni e l’impegno della famiglia

Le associazioni che supportano le vittime della strada, come l’A.M.C.V.S. (Associazione Mamme Coraggio e Vittime della Strada), sono state parte attiva in questo processo. La presidente dell’associazione, Elena Ronzullo, ha dichiarato che la loro presenza in tribunale aveva lo scopo di sostenere la madre e il fratello di Alessandro, in un percorso che è durato anni.

Anche l’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada (A.I.F.V.S.) ha avuto un ruolo cruciale nel sensibilizzare le autorità locali sulla pericolosità della strada in cui si è verificato l’incidente. Biagio Ciaramella, vice presidente dell’A.I.F.V.S., ha sottolineato l’importanza di un intervento attivo da parte delle istituzioni nella manutenzione delle infrastrutture stradali. Grazie alle azioni delle associazioni, la strada in questione è stata parzialmente rifatta.

Le prospettive future e la lezione appresa

La sentenza ha sollevato una riflessione più ampia sulle responsabilità degli enti pubblici nella manutenzione delle strade e sulla sicurezza stradale. Il caso di Alessandro Selvaggio dimostra come la negligenza nella gestione delle infrastrutture possa avere conseguenze tragiche e come la responsabilità non debba essere solo attribuita al guidatore, ma anche agli enti locali che hanno la responsabilità di garantire strade sicure.

La condanna rappresenta quindi una svolta importante nella giurisprudenza italiana, in quanto ha messo in evidenza il legame tra la cattiva manutenzione delle strade e gli incidenti stradali mortali. Le famiglie delle vittime e le associazioni continueranno a lottare per garantire che la sicurezza stradale venga presa sul serio da tutti gli enti competenti.

La morte di Alessandro Selvaggio, causata da una strada dissestata e pericolosa, ha portato a una condanna storica per il comune di Villaricca e per l’ingegnere responsabile. Questa vicenda sottolinea l’importanza di un'adeguata manutenzione delle strade e della sicurezza per prevenire incidenti mortali. La sentenza segna un precedente importante nella responsabilità degli enti pubblici per la gestione delle infrastrutture stradali.

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