virus congo

Un uomo di 50 anni, rientrato recentemente da Kinshasa, Repubblica Democratica del Congo, è stato ricoverato all’ospedale San Luca di Lucca con sintomi preoccupanti: febbre alta, anemia e difficoltà respiratorie. Nonostante fosse già guarito al momento delle dimissioni, il paziente è stato richiamato per ulteriori accertamenti, considerato il recente focolaio di un virus non identificato segnalato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in Congo.

Le caratteristiche del virus del Congo

L’epidemia, che ha causato circa 80 vittime in 40 giorni, si è diffusa prevalentemente nell’area di Panzi, nella provincia di Kwango. Tra i sintomi più comuni figurano febbre, tosse, mal di testa, mal di gola e anemia, spesso aggravati dalla malnutrizione. Il tasso di mortalità, secondo l’OMS, si aggira intorno all’8%.

“Solo per scrupolo” accertamenti sul paziente

Spartaco Sani, responsabile delle malattie infettive dell’ospedale di Lucca, ha rassicurato che non vi sono attualmente rischi di contagio: “Solo per scrupolo il paziente è stato ricontattato per ulteriori analisi”. La responsabile del reparto, Sara Moneta, ha aggiunto che il ricovero iniziale è avvenuto prima che il focolaio in Congo fosse noto: “L’uomo è stato curato con antibiotici e, una volta dimesso, era in buone condizioni”.

Campioni inviati per analisi

Due campioni di siero del paziente sono stati prelevati: uno durante l’infezione e uno durante la convalescenza. Entrambi sono stati inviati all’Istituto Superiore di Sanità di Roma per identificare eventuali tracce del virus o anticorpi legati ad altre infezioni. Tuttavia, i risultati definitivi richiederanno circa un mese.

L’epidemia in Congo: un quadro complesso

Dal 24 ottobre al 5 dicembre 2024, nella zona sanitaria di Panzi sono stati registrati 406 casi sospetti, di cui 31 decessi. Le difficoltà logistiche e l’assenza di diagnostica adeguata hanno ostacolato l’identificazione della malattia, che potrebbe avere più di una causa. Tra le ipotesi considerate vi sono polmonite acuta, influenza, morbillo, malaria e COVID-19, spesso aggravate dalla malnutrizione diffusa.

La risposta dell’OMS

L’OMS ha inviato squadre di emergenza per raccogliere campioni, identificare i casi e fornire cure ai pazienti. La situazione è resa ancora più complessa dall’accessibilità limitata dell’area, aggravata dalla stagione delle piogge. L’obiettivo è determinare la causa dell’epidemia e prevenire ulteriori decessi.

Per il paziente italiano ricoverato a Lucca, le evidenze preliminari sembrano escludere un collegamento diretto con il focolaio congolese. Tuttavia, il caso evidenzia l’importanza di un monitoraggio rigoroso per malattie emergenti, soprattutto in contesti di viaggi internazionali.

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