Angelo Duro e la provocazione del Corriere: «Non ho bisogno di fare pubblicità al mio film»
Il comico al primo posto al box office con Io sono la fine del mondo e una campagna di contro-marketing che fa discutere.
Con un approccio irriverente e una strategia di marketing fuori dagli schemi, Angelo Duro si conferma protagonista al box office con il suo primo film, Io sono la fine del mondo. Primo in classifica da tre settimane, il film ha scalato le classifiche grazie a passaparola e provocazioni mirate, come la recente pagina bianca acquistata sul Corriere della Sera.
Un successo fuori dagli schemi
Il comico, ex Iena e maestro della provocazione, ha deciso di sfidare le regole del marketing tradizionale. Niente interviste né grandi campagne pubblicitarie: solo attività social e cartellonistica. Una strategia che ha portato risultati sorprendenti, con incassi che hanno raggiunto 5,84 milioni di euro in 15 giorni.
La trovata della pagina bianca
Il 25 gennaio, Duro ha acquistato una pagina intera sul Corriere della Sera lasciandola quasi completamente vuota, eccetto per una frase: «Non ho bisogno di fare pubblicità al mio film. Ho comprato questa pagina per farci disegnare i vostri figli. Vi saluto. Angelo Duro». Una mossa che ha scatenato discussioni, mantenendo alta l’attenzione sul film.
La collaborazione vincente con Gennaro Nunziante
Dietro il successo di Io sono la fine del mondo c’è anche la firma di Gennaro Nunziante, sceneggiatore di grandi successi con Checco Zalone. La sinergia tra i due ha dato vita a un’opera che combina ironia tagliente e una visione unica del panorama cinematografico italiano.
Critiche e dibattiti
Il personaggio di Duro divide il pubblico: c’è chi lo vede come una voce fuori dal coro contro l’egemonia culturale e chi, come Selvaggia Lucarelli, lo definisce prevedibile e antipatico. Tuttavia, queste opinioni contrastanti non hanno fatto altro che alimentare l’interesse per il film.
Al primo posto al botteghino
Da settimane, Io sono la fine del mondo domina il box office, superando pellicole più tradizionali. La capacità di Duro di usare la satira per attirare e coinvolgere il pubblico dimostra che il suo stile, sebbene divisivo, funziona.