Governo: De Luca, "Debiti per acquistare armi e neanche un euro per sanità". E prepara una manifestazione a difesa della scuola pubblica
"Per la sanità neanche un euro, per acquistare le armi si fanno debiti. La scelta gravissima del governo Meloni: penalizza la salute dei cittadini e, insieme agli altri governi europei, non prende iniziative per la pace in Ucraina". Così su Facebook il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
Scuola, De Luca: "A Napoli manifestazione a difesa della scuola pubblica"
"La prossima settimana a Napoli faremo una grande manifestazione per la difesa della scuola pubblica: chiariremo quali sono i pericoli, quale è l'orientamento del Governo". Lo annuncia il Presidente della Campania, Vincenzo DELUCA, nel corso del suo consueto appuntamento social con la diretta Facebook del venerdì pomeriggio. "Cercheremo di avviare - prosegue il governatore - una mobilitazione nel nostro Paese a difesa della scuola pubblica, cioè del diritto alla formazione di tutti i nostri giovani anche quelli di famiglie non abbienti". "Abbiamo ascoltato una dichiarazione del Ministro dell'Istruzione Valditara relativa agli stipendi dei docenti, propone di differenziare gli stipendi tra i territori del Paese. Sulle politiche scolastiche va avanti come nella sanità una linea chiara di privatizzazione: differenziare lo stipendio, tra nord e sud sostanzialmente, vuol dire accentuare gli elementi di separazione del nostro Paese, vuol dire accentuare e rendere permanente il divario tra nord e sud, vuol dire abbandonare ogni politica meridionalista" afferma DE LUCA.
"A Milano il costo della vita è più alto, questo è assolutamente vero - spiega il governatore -. Ma sappiamo anche che a Milano in una famiglia lavorano tutti quanti: nel sud no, se lavora uno è un miracolo. Il tasso d'occupazione nel nord sfiora il 70%, nel sud siamo al 40% e la disoccupazione giovanile è doppia rispetto a quella del centro nord. Quindi anche se facciamo un calcolo sostanziale - conclude DE LUCA - è fuorviante ragionare sul costo della vita, ma dobbiamo ragionare sulle entrate registrate da ogni famiglia". (ITALPRESS).
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