Brasile, bambina di 8 anni muore dopo aver inalato deodorante per una sfida social
Sarah Raissa deceduta a Ceilândia: aperta un’indagine sulle dinamiche del tragico gioco online

Un dramma ha sconvolto il Brasile: Sarah Raissa Pereira de Castro, una bambina di soli 8 anni, è morta dopo aver inalato aerosol contenuto in uno spray deodorante. Secondo le prime ricostruzioni, il gesto era parte di una pericolosa “sfida” virale condivisa sui social network, una gara tra giovanissimi per vedere chi riesce a resistere più a lungo respirando il contenuto tossico.
L'arresto cardiaco e la corsa in ospedale
Il tragico episodio si è consumato a Ceilândia, dove la piccola è stata trasportata d’urgenza all’ospedale regionale dopo aver avuto un arresto cardiorespiratorio. I medici hanno tentato di rianimarla per oltre un’ora, ma le sue condizioni neurologiche erano ormai irreversibili. Poco dopo è stata dichiarata la morte cerebrale.
Indagini in corso: la polizia punta i riflettori sui social
La Polizia Civile brasiliana ha aperto un’indagine per accertare le dinamiche del decesso e capire come la bambina sia entrata in contatto con la sfida. Gli inquirenti stanno esaminando i canali di diffusione del contenuto per risalire ai responsabili della sua divulgazione.
Una tragedia già vista
Non si tratta di un caso isolato. Già nel 2022, un bambino di dieci anni, João Victor Santos, perse la vita in circostanze analoghe a Belo Horizonte. Anche lui aveva partecipato alla “sfida del deodorante”, culminata in un arresto cardiaco fatale.
Il richiamo alla responsabilità
Il caso di Sarah Raissa riaccende l’allarme sull’uso dei social da parte dei più giovani e sull’impatto potenzialmente devastante delle sfide virali. Mentre la famiglia ha annunciato che il funerale si terrà nei prossimi giorni, il dibattito pubblico si concentra ora sulla necessità di maggiore controllo e prevenzione contro simili fenomeni online.
Una morte che poteva essere evitata
Quella di Sarah è una morte assurda, una perdita che pesa non solo sulla sua famiglia, ma sull’intera società. Una tragedia che interpella genitori, educatori e piattaforme digitali sull’urgenza di proteggere i più piccoli da contenuti pericolosi e sfide che trasformano il gioco in tragedia.