Teatro Trianon Viviani - Il teatro è sicuramente il luogo in cui è possibile ragionare sull’oggi, sui problemi legati anche all’emergenza sanitaria del covid-19.
A tal proposito dall’8 all’11 luglio prossimi, il Trianon Viviani ripropone alcune opere per il progetto "Viviani per strada", curato e diretto da Nello Mascia.
Ad andare in scena saranno i due atti unici vivianeschi
Porta Capuana e
Mmiez’â Ferrovia.
Il progetto è sostenuto dal Programma operativo complementare della Regione Campania. Il regista Nello Mascia lo introduce in questo modo:
«Viviani per strada è nato da una riflessione sul doloroso presente che viviamo, con le disposizioni restrittive sulla pratica teatrale;
le limitazioni all’affluenza degli spettatori di qui questo progetto di teatro che mette al centro la strada, la naturale fonte di ispirazione delle opere di don Raffaele.
L’Autore osserva e coglie gli umori più genuini del popolo per poi trasferirli nelle sue composizioni;
dove è più intensa e clamorosa si svolge la vita cittadina e la lotta per la sopravvivenza risulta con più drammatica o anche con più comica chiarezza».
«Queste due opere di cento anni fa hanno un unico protagonista, il coro, il popolo, e i tipi, già ampiamente sperimentati nel varietà.
legati in una trama che impasta il dramma con l’ambiente pittoresco, che ci fanno ragionare su come eravamo e su come il tempo ci ha cambiati;
mirando a individuare indizî per affrontare più consapevoli e più forti il prossimo futuro».
Queste le parole di Nello Mascia sulla natura di questi due ultimi spettacoli.
C'è da sottolineare come il Teatro Trianon Viviani non abbia mai cessato le proprie attività durante il periodo di emergenza sanitaria
Questo lo ha fatto producendo anche spettacoli in streaming e l’ultimo lavoro di Roberto De Simone, Trianon Opera, per Rai Cultura.
Il direttore artistico Marisa Laurito si accinge poi a presentare il cartellone della stagione 2021/’22 nei prossimi giorni.
Mentre ciò accade, ecco il riallestimento di questi due atti unici del 1918, rappresentati con successo al teatro Umberto all’indomani della disfatta di Caporetto, cioè al tempo della prima devastante pandemia del Novecento.
Parliamo dell’influenza spagnola, o più semplicemente “la Spagnola”, la grande influenza che fra il 1918 e il 1920 contagiò quasi mezzo miliardo di persone.
Il primo di queste pièce è Porta Capuana
È la piazza storicamente nota per il suo fantasmagorico mercato all’aperto.
Un’umanità variegata, fatta di squallidi venditori al minuto e pescivendoli truffaldini, che esprime il proprio sentimento di solitudine e di rabbia nei confronti del proprio destino di povertà, ma dotata anche di una spiccata autoironia.
Significativa fra gli altri la figura mesta e affamata de ‘o Tammurraro, con i suoi tamburelli in bilico sul capo, che cerca di vendere con molto insuccesso quegli strumenti di balli di canti e di feste a una umanità che non ha nulla da festeggiare.
Ma su tutti domina il personaggio di don Ciro ‘o capitalista. Sordido usuraio con l’aria fatale di bellimbusto.
Don Ciro corteggia con insistenza la sie’ Stella, suscitando la gelosia di donna Rosa, «anima nera», sua amante, e sposata a Aitano Pagliuchella, un buffo guappo di cartone.
Donna Rosa non perde occasione per sparlare della sua rivale. Le maldicenze giungono alle orecchie di don Vincenzino, marito di Stella.
La tensione sale e improvvisamente esplode. Irromperà il Pazzariello che chiude l’atto unico.
La seconda invece è Mmiez’â Ferrovia
Questo atto unico vivianesco rappresenta il variopinto mondo che ruota intorno alla piazza.
Ci sono i due Strilloni che invitano i passanti, l’uno alla tradizione dell’Opera dei Pupi, l’altro al “Cinemà”, lo spettacolo del futuro.
C’è l’avventore del barbiere che perde il treno per i reiterati ritardi di don Luigi. C’è Crispino, il ciabattino-intellettuale vagamente infiammato dalle idee e dagli echi lontani della rivoluzione russa. C’è il Cantante di pianino un po’ mariuolo.
Ma la vicenda ha come protagonista Concettina, che sta per cedere alle lusinghe di don Alberto, uomo senza scrupoli che la porterà alla rovina.
Ma la ragazza riuscirà a sottrarsi grazie al tempestivo avvertimento di Nannina (personaggio che presenta sorprendenti somiglianze con alcune eterne figure brechtiane), ormai vinta e rassegnata al suo amore disperato e alla sua vita perduta.
Come sempre fa da corona ai protagonisti un coro di personaggi fra cui emerge quello del Magnetizzatore, una sorta di anticipatore del Sik-Sik eduardiano.
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