Gerardina Corsano, i Nas ispezionano l'azienda del marito Angelo Meninno
Indagini in corso dopo la morte misteriosa di Gerardina Corsano: i Carabinieri del Nas esaminano l'azienda di Meninno a seguito del presunto avvelenamento
Il Nas dei Carabinieri di Salerno ha recentemente condotto controlli all'interno dell'azienda di Angelo Meninno, il marito della donna di 46 anni, Gerardina Corsano, deceduta in circostanze misteriose ad Ariano Irpino, presumibilmente a causa di un avvelenamento.
La Procura ha ampliato l'indagine includendo anche un esame dei prodotti utilizzati nell'azienda, estendendo il proprio interesse verso le possibili cause della tragedia. Il sopralluogo, eseguito nei giorni scorsi, ha concluso che non sono state riscontrate irregolarità all'interno dell'azienda. Tutte le attività svolte sono conformi alle normative igienico-sanitarie vigenti.
Le indagini su questa morte sospetta, che ha scosso la comunità di Ariano Irpino, continuano. Gli inquirenti cercano di fare luce su quanto accaduto a Gerardina Corsano, mantenendo un'attenzione particolare alle circostanze e agli elementi che potrebbero aver contribuito al suo decesso.
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Giulia Cecchettin, accanto al suo corpo trovato anche un libro per bambini
Nuovi dettagli emergono sul drammatico femminicidio di Giulia Cecchettin, scoperto il 18 novembre quando il suo corpo è stato ritrovato in una zona montuosa nei pressi del lago di Barcis, in provincia di Pordenone.
Secondo le accuse, la giovane è stata uccisa dal fidanzato, Filippo Turetta. Tra gli oggetti trovati nelle vicinanze del cadavere, oltre a reperti vari, è stato rinvenuto un libro per bambini intitolato "Anche i mostri si lavano i denti" della disegnatrice Jessica Martinelli.
Questo particolare ha suscitato un'attenzione particolare in quanto sembra ricollegarsi ai sogni della vittima. Giulia Cecchettin ambiva diventare un'illustratrice per libri destinati all'infanzia, dopo aver conseguito la laurea in ingegneria biomedica.
Tra gli oggetti recuperati nei pressi del corpo, non è stato ritrovato il telefono cellulare della giovane. Le indagini hanno evidenziato che il cellulare di Giulia aveva agganciato l'ultima cella disponibile attorno alle 22.45 dell'11 novembre. Si trovava nei pressi del centro commerciale dove lei e Turetta avevano cenato.
Successivamente, il cellulare risulta spento, anche al momento in cui la studentessa fu aggredita per la prima volta nel parcheggio vicino a casa sua. Nonostante un vicino chiamato il 112, non fu possibile comunicare il numero di targa dell'auto, impedendo l'invio immediato di una pattuglia sul luogo.