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Donald Trump

Gli Stati Uniti hanno dato il via a una nuova fase di escalation commerciale con l’entrata in vigore dei cosiddetti dazi reciproci, una strategia voluta dal presidente Donald Trump che segna una rottura con il commercio multilaterale tradizionale. Le nuove tariffe, pensate come risposta alle “pratiche commerciali sleali” da parte di numerose economie, sono state applicate a circa 60 Paesi, con aliquote che variano dall’11% al 50%. Tuttavia, l’attacco più diretto è stato rivolto alla Cina, per la quale l’imposta doganale è stata fissata a un sorprendente 104%.

Questi dazi sostituiscono quelli standard introdotti solo pochi giorni prima, e rappresentano un cambio radicale nella politica economica statunitense, con forti implicazioni per il commercio globale. L'obiettivo, secondo fonti della Casa Bianca, è costringere i partner a rinegoziare accordi commerciali considerati svantaggiosi per l’economia americana.

La reazione dei mercati: crollano le borse asiatiche

La risposta dei mercati finanziari internazionali è stata immediata e negativa. Le borse asiatiche hanno registrato cali significativi già nelle ore successive all’entrata in vigore dei nuovi dazi USA. In Giappone, l’indice Nikkei ha perso il 4,86%, mentre lo yen ha guadagnato l’1,1% rispetto al dollaro, segno di una fuga verso asset considerati più sicuri.

Anche Taiwan ha visto una flessione marcata, con l’indice Taiex in calo del 5,8%, mentre la Borsa di Hong Kong ha registrato una perdita dell’1,6%. In controtendenza, la Borsa di Shanghai ha chiuso in positivo, con un lieve rialzo dello 0,2%, probabilmente sostenuta da interventi governativi o da aspettative di contromisure da parte di Pechino.

Pechino risponde con tariffe speculari: guerra commerciale sempre più intensa

La Cina non ha tardato a reagire. Già dopo l’annuncio iniziale di tariffe aggiuntive del 34% sulle merci cinesi, Pechino aveva minacciato misure equivalenti sui prodotti americani. La replica di Trump, tuttavia, è stata ancora più dura: un ulteriore aumento delle tariffe fino a raggiungere la soglia del 104% su molte importazioni cinesi, una mossa che intensifica il rischio di una vera e propria guerra commerciale su scala globale.

Questa escalation potrebbe avere ripercussioni dirette su catene di approvvigionamento, costi al consumo e sulla stabilità economica di molti Paesi, Italia compresa.

Italia in allerta: Meloni valuta aiuti alle imprese e apre al dialogo con Trump

In questo scenario di incertezza, anche il governo italiano si mobilita. La premier Giorgia Meloni ha presieduto una riunione con la task force ministeriale dedicata al tema dei dazi. Al centro del confronto, l’ipotesi di interventi a sostegno delle imprese italiane eventualmente colpite dalle nuove tariffe americane.

Nel frattempo, la strategia diplomatica italiana punta a mantenere aperto il dialogo con Washington. Fonti vicine a Palazzo Chigi hanno confermato che Meloni è pronta a volare negli Stati Uniti il 17 aprile per incontrare Donald Trump e affrontare direttamente la questione.

Conclusione: scenari futuri e impatti sull’economia globale

L’introduzione dei nuovi dazi da parte degli Stati Uniti rappresenta una svolta radicale nelle relazioni commerciali internazionali, con conseguenze ancora tutte da misurare. Le tensioni tra Washington e Pechino non accennano a diminuire, e il rischio di una recessione globale legata a una nuova guerra commerciale è sempre più concreto.

Le prossime settimane saranno decisive: da un lato si attendono eventuali contro-mosse da parte della Cina e degli altri Paesi colpiti, dall’altro la comunità internazionale guarda con attenzione al possibile incontro tra Trump e Meloni, che potrebbe aprire uno spiraglio per una soluzione diplomatica.

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