Viviana e Gioele, il giallo che ha sconvolto l'Italia. Un cerchio che sembra volersi chiudere, ma che la scia ancora tanti interrogativi.
E ad oggi una nuova verità: Viviana Parisi aveva tentato il suicidio a fine giugno scorso.
Il 3 agosto la donna voleva riprovarci, questa volta portandosi dietro il piccolo Gioele. Al marito Daniele Mondello aveva detto che si sarebbe diretta a Milazzo per acquistare le scarpe al bambino.
Voleva invece raggiungere un viadotto dell’autostrada Messina-Palermo, il più lontano possibile, per buttarsi giù insieme al figlio di quattro anni.
Il telefono lasciato a casa è stata una mossa studiata per evitare di essere localizzata. L’incidente autostradale in galleria poi le ha fatto cambiare i piani.
Le crisi di Viviana
Viviana soffriva di paranoia e accusava crisi mistiche, come hanno documentato i medici dell’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto il 17 marzo scorso in un primo documento sul suo stato di salute.
Un secondo certificato, anche questo attestante problemi mentali era stato compilato dallo stesso ospedale a fine giugno, in coincidenza del suo tentativo di suicidio.
La donna teneva quei documenti nel cruscotto della sua Opel Corsa, e ora la Procura sta cercando di capire il perché.
Confusa, in preda al panico, temendo di essere seguita, la mattina del 3 agosto la deejay dopo l’incidente è scappata, portandosi dietro Gioele, come hanno confermato l’imprenditore milanese e la moglie, testimoni dell’incidente.
A quel punto, secondo la ricostruzione degli inquirenti, la donna ha ucciso Gioele — forse per strangolamento, lo chiarirà l’autopsia — poi lo ha adagiato in un fosso, ricoprendolo di sterpaglie e pietre.
Le ipotesi
Disperata, ma comunque spinta dall’obiettivo di togliersi la vita, Viviana ha cercato un burrone, un dirupo per buttarsi. Ha percorso diverse centinaia di metri e alla fine si è accorta del traliccio dell’Enel. L’ha raggiunto, ci è salita e si è buttata.
La sua morte è stata istantanea.
Non è vero, come era stato riferito in un primo momento, che il corpo è stato ritrovato ai piedi della struttura. Viviana è stata trovata distante un paio di metri. Anche la perdita di una scarpa da tennis e del calzino è compatibile con l’impatto.
Questa è l’ipotesi investigativa su cui stanno lavorando gli inquirenti coordinati dal procuratore capo di Patti, Angelo Cavallo.
Gli altri scenari — come quello di un coinvolgimento dell’ambito familiare o di una possibile aggressione a sfondo sessuale che Viviana avrebbe respinto — sono stati ormai scartati perché privi di qualsiasi riscontro.
Questa pista investigativa invece è già stata suffragata da un primo responso dei medici legali e dai vari periti che lavorano al caso.
«Già ce lo hanno detto quello che è successo. Una pista, una lettura chiara degli avvenimenti già c’è stata data — ha confermato il procuratore di Patti — I periti si sono riservati di fornire gli esiti complessivi tra qualche mese, soprattutto quelli istologici».(Corriere)
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