Sara Campanella, la lettera di Stefano Argentino dopo l’omicidio: «Ero fuori di testa»
Il 27enne che ha confessato l’omicidio della studentessa messinese si dice devastato e chiede perdono. Ma la famiglia di Sara rifiuta ogni gesto: «Scuse tardive e non sincere»

Una confessione affidata al proprio legale e indirizzata alla famiglia di Sara Campanella, la studentessa di 22 anni uccisa a coltellate in pieno giorno a Messina. Stefano Argentino, 27enne siracusano e collega di università della vittima, ammette la brutalità del gesto e invoca il perdono, definendo il proprio stato mentale come «fuori controllo». Ma la famiglia di Sara respinge ogni contatto: «Non possiamo accettare scuse che arrivano troppo tardi».
«Ero fuori di testa»: la lettera di Argentino
«Più rifletto, da solo con me stesso, più arrivo a una e una sola conclusione: quel giorno ero fuori di testa. Un uomo razionale non può spingersi a tanto», scrive Stefano Argentino in un messaggio affidato al suo avvocato Giuseppe Cultrera. Parole pesanti, che emergono a pochi giorni dalla confessione dell’omicidio di Sara, sua collega all’università. Il giovane, che ha ammesso il delitto subito dopo l’arresto, descrive un sentimento di devastazione: «Ho sempre sognato di costruire qualcosa con Sara, e invece ho compiuto il gesto peggiore che si possa rivolgere a una persona, a una donna».
Il richiamo al perdono e il rifiuto della famiglia Campanella
Nel messaggio, Argentino affida la speranza alla fede: «Il perdono forse non è umano, ed è giusto così, ma spero che almeno Dio, al suo cospetto, mi perdoni quello che una parte di me, la peggiore, ha fatto». Ma la famiglia di Sara ha rifiutato ogni gesto di contatto. Anche una lettera scritta dai genitori del 27enne, consegnata tramite legale, non è stata letta: «Scuse tardive e non sincere», hanno dichiarato i genitori della vittima.
Il giorno dell’omicidio e la confessione
Dopo l’aggressione mortale, Argentino ha telefonato alla madre dicendo di essere disperato e minacciando di togliersi la vita. I genitori, residenti a Noto, lo hanno raggiunto in auto a Messina, ignari della tragedia. Solo in seguito, il giovane ha raccontato alla madre il motivo del suo stato di agitazione, facendo partire le indagini dei carabinieri che lo hanno portato alla confessione.
Le parole dei genitori dell’assassino
Anche i familiari di Argentino hanno cercato di esprimere la loro vicinanza al dolore della famiglia Campanella. «Siamo devastati, non riusciamo a capire il gesto di nostro figlio», hanno scritto nella loro lettera. Ma l’iniziativa, pur comprensibile, non ha trovato spazio nel cuore dei genitori di Sara: «Troppo tardi per le parole, il dolore è troppo grande».