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Leonardo Calcina, un ragazzo di 15 anni, si è suicidato a Senigallia dopo aver inviato una serie di messaggi disperati alla madre, esprimendo il suo malessere e la sua impossibilità a continuare a vivere la sua esperienza scolastica. Questi ultimi scambi di messaggi, avvenuti mercoledì 9 ottobre, sono l'ultimo segnale di aiuto di un giovane che si sentiva abbandonato e inascoltato.

Gli ultimi messaggi di Leonardo

Sette in totale i messaggi inviati a sua madre, nei quali Leonardo esprimeva il suo dolore e la sua frustrazione: “Mi trovo male”, “Non ce la faccio più, l’ho spiegato al prof”, ma lamentava che “lui non fa nulla, non mi ascolta”. Quattro giorni dopo, il 13 ottobre, il ragazzo si è tolto la vita sparandosi con la pistola d’ordinanza del padre, un vigile urbano.

La vita scolastica di Leonardo e il bullismo

Leonardo, studente dell’istituto turistico alberghiero “Panzini” di Senigallia, subiva quotidianamente atti di bullismo da parte di tre compagni di classe. I genitori sostengono che il bullismo fosse la causa principale della tragedia. Nonostante le sofferenze di Leonardo, nessuno dei compagni ha contattato la famiglia per porgere le condoglianze dopo il tragico evento.

La denuncia del padre

Dopo il ritrovamento del corpo, il padre di Leonardo ha presentato una denuncia ai carabinieri, evidenziando gli atti di bullismo che il figlio subiva. “Nostro figlio diceva a sua madre che i professori non riprendevano in classe questi alunni che lo offendevano, e a volte facevano finta di non accorgersi di nulla”, ha dichiarato Francesco nella denuncia.

La madre, tramite l'avvocato Pia Perricci, ha aggiunto che il professore di sostegno, menzionato nei messaggi, non ha mai contattato la famiglia per riferire il disagio di Leonardo. “Lo stesso gruppo di compagni era solito toccarlo, strizzargli i capezzoli in palestra e dargli botte nelle parti intime”, ha continuato il padre, descrivendo il cambiamento di umore del ragazzo.

L'orientamento sessuale di Leonardo

Il padre ha anche voluto chiarire che Leonardo non mostrava atteggiamenti omosessuali, definendolo un ragazzo eterosessuale, e che in famiglia non c'erano pressioni di alcun tipo. Tuttavia, i compagni continuavano a tormentarlo, “cantilenando il suo cognome in modalità femminili”, costringendolo a indossare auricolari per non sentire le offese.

La tragedia di Leonardo Calcina mette in luce la necessità di un intervento più attento e sensibile da parte delle istituzioni scolastiche di fronte ai segnali di bullismo e disagio giovanile. La sua morte è un triste promemoria dell'importanza di ascoltare e supportare i giovani che si trovano in difficoltà, prima che sia troppo tardi.

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