Roberto Campigotto morto sul lavoro durante un intervento di soccorso
Roberto Campigotto, vittima di un infarto mentre soccorreva un paziente in arresto cardiaco, suscita riflessioni sul carico di lavoro degli operatori
Nel cuore di una giornata di lavoro come tante, la tragedia ha colpito duramente il personale del 118 alle porte di Roma. Roberto Campigotto, operatore dedicato e stimato, ha perso la vita a soli 57 anni, vittima di un infarto mentre si adoperava per salvare quella di un altro. Il dolore della perdita si accompagna a interrogativi sulle condizioni di lavoro e il carico di stress cui sono sottoposti gli operatori del soccorso.
La ricostruzione
Originario di Sacrofano, Campigotto era stato inviato nella zona di Monterondo per un cambio turno. Durante un intervento per un arresto cardiaco, il suo cuore ha ceduto. Nonostante l'arrivo tempestivo di soccorsi, il tragico epilogo si è consumato durante il trasporto verso l'ospedale locale. La sua dedizione al lavoro è stata l'ultima testimonianza di un impegno quotidiano senza riserve.
Le parole di Salute Lazio, tramite cui la regione si è stretta intorno al dolore della famiglia e della comunità aziendale di Campigotto, risuonano come un tributo doveroso. Il sacrificio di coloro che si dedicano alla salvaguardia delle vite altrui non può che essere riconosciuto e onorato.
Il cordoglio del sindacato
Le parole del segretario NurSind ARES 118, Alessandro Saulini, richiamano l'attenzione su una realtà che va oltre il singolo episodio: un carico di lavoro crescente, spesso insostenibile, che mette a dura prova il personale del soccorso. La tragedia di Campigotto diventa così l'emblema di una situazione da affrontare con urgenza e determinazione.
In un contesto dove il lavoro degli operatori del soccorso è sempre più cruciale, è necessario garantire non solo il rispetto delle condizioni di lavoro, ma anche un supporto adeguato per fronteggiare lo stress e la pressione quotidiana. La sicurezza e il benessere degli operatori non possono essere trascurati.
La morte di Roberto Campigotto è più di una tragedia personale; è un campanello d'allarme su cui riflettere attentamente. È giunto il momento di mettere in primo piano la sicurezza e il sostegno del personale del soccorso, affinché possano continuare a svolgere il loro importante lavoro con la serenità e la dedizione che li contraddistingue. Fonte: Roma Today