Netanyahu

La crisi a Gaza continua a essere al centro dell'attenzione internazionale. Donald Trump ha dichiarato l'intenzione di "acquistare e controllare la Striscia di Gaza", scatenando reazioni immediate. Hamas ha risposto con fermezza, affermando che "Gaza non è una proprietà da vendere e comprare" e ribadendo la sua posizione di resistenza contro ogni progetto di sfollamento.

La dichiarazione di Trump è stata accolta con preoccupazione da diverse potenze mondiali. Il Cremlino ha affermato che "è necessario attendere i dettagli del piano", mentre il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha attaccato la proposta americana, sostenendo che "nessuno può forzare i palestinesi a lasciare Gaza".

Israele e la fragile tregua: Netanyahu sotto accusa

Le negoziazioni tra Israele e Hamas per il cessate il fuoco sembrano essere sempre più fragili. Secondo fonti israeliane citate da Haaretz, il premier Benjamin Netanyahu sarebbe intenzionato a sabotare l'accordo di tregua.

Intanto, continua il rilascio degli ostaggi israeliani da parte di Hamas. Il presidente israeliano Isaac Herzog ha dichiarato che è "urgente concludere l'accordo per riportare tutti i prigionieri a casa", sottolineando le terribili condizioni in cui versano molti di loro.

Guerra sul campo: attacchi e bombardamenti

Israele ha intensificato gli attacchi nel nord della Striscia di Gaza, mentre l'esercito israeliano ha colpito un tunnel di Hezbollah tra Siria e Libano, accusando il gruppo di contrabbando di armi.

Nel frattempo, la situazione umanitaria a Gaza si aggrava: secondo l’agenzia Unrwa, "migliaia di palestinesi sono esposti a temperature gelide senza un riparo adeguato", con intere famiglie costrette a vivere in tende di fortuna.

La posizione internazionale

L’Egitto ospiterà un vertice d’emergenza il 27 febbraio per discutere della crisi a Gaza e trovare una soluzione diplomatica al conflitto. Nel frattempo, i rapporti tra Israele e il Cairo si sono inaspriti dopo che Netanyahu ha accusato l'Egitto di impedire l'evacuazione della popolazione civile palestinese.

L’Onu continua a sollecitare una soluzione diplomatica, mentre cresce la pressione su Israele per rivedere il blocco umanitario e consentire l’ingresso di aiuti essenziali alla popolazione civile.

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