Al centro del dibattito politico della campagna elettorale che si sta svolgendo in questi giorni c’è il Reddito di Cittadinanza. Le diverse forze politiche concordano sul fatto che il Reddito di Cittadinanza vada riformato. Il Centrodestra punta ad abolire questa misura di politica attiva del lavoro, il Movimento 5 Stelle punta a rafforzarlo e i partiti di centrosinistra sono orientati a modificarlo. Per ottenere questo sostegno economico ed integrazione dei redditi familiari deve rispettare determinati requisiti. Chi lo ottiene rischia di perderlo. Quali sono i motivi alla base della decadenza di questa misura? Scopriamolo.

Reddito di Cittadinanza: le posizioni dei partiti politici

Il Reddito di Cittadinanza ha da sempre diviso le forze politiche ed è al centro del dibattito della campagna elettorale in vista delle prossime elezioni. C’è chi continua a ritenerlo intoccabile, tanto che una revisione potrebbe essere stata una delle cause della crisi dell’Esecutivo Draghi. È di questa opinione il Movimento 5 Stelle, che punta a rafforzare questa misura.
La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni definisce il Reddito di Cittadinanza come “il metadone di Stato” ed il leader della Lega Matteo Salvini propone di revisionare del tutto la misura. Il centrodestra punta ad una sostituzione del RdC con misure più efficaci. Per Forza Italia il RdC andrebbe ridotta la platea dei beneficiari per destinare le risorse agli anziani e agli invalidi. Il Partito Democratico propone di “ricalibrare il reddito di cittadinanza”. Carlo Calenda propone di coinvolgere nella riforma del reddito di cittadinanza anche le agenzie private per il lavoro in modo tale da avere più strutture in grado di collocare una maggiore forza lavoro.

Reddito di Cittadinanza: in quali casi si rischia di perdere il beneficio?

Il RdC è una misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà ed alla disuguaglianza. In alcune circostanze, la misura può essere ridotta oppure persa. In quali casi? Il Reddito di Cittadinanza decade quando uno dei componenti del nucleo familiare:
  • non partecipa alle iniziative di carattere formativo o di riqualificazione;
  • non sottoscrive il Patto per il lavoro;
  • non comunica l’eventuale modifica della condizione occupazionale;
  • non aderisce ai progetti utili alla collettività;
  • svolge attività di lavoro dipendente;
  • non presenta una DSU aggiornata.
Nel caso in cui sono presentate dichiarazioni o documenti falsi oppure siano omesse informazioni si viene puniti con la reclusione da 2 a sei anni. Nel caso in cui venga omessa la comunicazione delle variazioni di reddito, è prevista la reclusione da 1 a 3 anni. Fonte: Nano Press Seguici sul nostro canale Youtube 41esimoparallelo Segui il nostro canale Google News 41esimoparallelo Attiva le notifiche su 41esimoparallelo.it
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