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Il Consiglio dei ministri, inizialmente previsto per venerdì, è stato rinviato a lunedì prossimo, facendo slittare anche l'atteso decreto Bollette, destinato a contrastare il caro energia. La decisione è arrivata direttamente dalla premier Giorgia Meloni, che ha definito il testo attuale “non soddisfacente”, chiedendo ai ministeri competenti di rivedere le misure per renderle più efficaci.

Il problema delle coperture finanziarie

Uno dei principali ostacoli è la disponibilità economica: il governo ha previsto 3 miliardi di euro, ma le necessità sembrano superare le risorse stanziate. La priorità è sostenere famiglie e imprese, in particolare le fasce più vulnerabili, ma l’operazione rischia di essere economicamente insostenibile senza ulteriori fondi.

Tra le misure allo studio c'è il rafforzamento dei bonus sociali sulle bollette, ovvero gli sconti per le famiglie in difficoltà economica. Si sta valutando l’innalzamento della soglia ISEE dagli attuali 9.530 euro, così da estendere il beneficio a un numero maggiore di cittadini, portando la platea degli aventi diritto a circa 6 milioni di famiglie. Tuttavia, il costo di questa operazione potrebbe superare il miliardo di euro, rendendola difficile da finanziare senza tagli ad altre voci di bilancio.

Il rischio dello scontro con Bruxelles

Oltre ai problemi interni, il governo deve affrontare il delicato equilibrio con l’Unione Europea. Alcune delle misure in discussione potrebbero richiedere un negoziato con Bruxelles, per evitare contestazioni sugli aiuti di Stato e sulla distorsione della concorrenza.

Uno degli interventi previsti riguarda il recupero di 600 milioni di euro dalle aste sulle emissioni CO2 (ETS - Emission Trading System) per finanziare sconti alle aziende più energivore. Ma anche qui la questione è complessa, perché l’UE potrebbe considerarlo un aiuto selettivo e richiedere un’ulteriore revisione della misura.

Pressioni interne dalla maggioranza

Oltre ai problemi tecnici, il decreto deve fare i conti anche con le richieste degli alleati di governo. La Lega spinge per una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali, mentre Forza Italia punta sul taglio dell’Irpef. Entrambe le misure richiederebbero coperture aggiuntive, aumentando la pressione sulle casse dello Stato e complicando ulteriormente il quadro economico.

Il ruolo delle imprese

Il decreto prevede interventi specifici per le aziende, come:

  • Proroga delle concessioni idroelettriche fino al 2029;
  • Riduzione dei costi di distribuzione del gas naturale per le imprese più energivore;
  • Possibile azzeramento del differenziale tra il prezzo del gas italiano e quello europeo, che incide pesantemente sulle bollette.

Confindustria ha chiesto che gli sconti non si limitino alle grandi aziende energivore, ma vengano estesi a tutte le imprese, aumentando però il fabbisogno finanziario del decreto.

Il rinvio del decreto Bollette evidenzia le difficoltà del governo nel bilanciare il sostegno economico alle famiglie e alle imprese con i vincoli di bilancio e le regole europee. La sfida ora è trovare un compromesso tra esigenze interne e vincoli esterni, evitando lo scontro con Bruxelles e con gli alleati della maggioranza. Lunedì sarà una giornata decisiva per capire se il provvedimento riuscirà a superare questi ostacoli o se saranno necessari ulteriori rinvii.

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