GARDA. Morti perché l'uomo alla guida dell'altro motoscafo era ubriaco. Così si sono spenti Umberto e Greta. E' stato arrestato Patrick Kassen, il 52enne tedesco che era alla guida del motoscafo che, sabato 19 giugno, ha travolto sul lago di Garda la barca con a bordo Umberto Garzarella e Greta Nedrotti, entrambi morti nell'impatto. Il tribunale di Monaco ha convalidato l'arresto chiesto dalla procura di Brescia. Kassen, indagato con l'amico per omicidio colposo e omissione di soccorso, è stato fermato al Brennero e portato in carcere. Conclamata ubriachezza

Garda - Kassen era ubriaco la notte dell'incidente

"E' stato documentato il conclamato stato di ubriachezza, infatti sono state raccolte plurime e convergenti testimonianze, riscontrate da documentazione video e certificazioni sanitarie che non lasciano spazio a dubbi" , fanno sapere gli inquirenti. La velocità del mezzo, ricostruita tramite una simulazione notturna della Guardia costiera, risulterebbe di circa 20 nodi, ben quattro volte superiore rispetto al limite. In attesa che la vicenda processuale faccia il suo corso, le famiglie delle vittime non si danno pace. "Tutto quello che stiamo vivendo in questi giorni ci sembra un film, un sogno, un brutto sogno al quale non riusciamo a credere, a dare una ragione", fanno sapere attraverso un comunicato i genitori di Greta Nedrotti. "Greta era, è perfetta. Sia fuori che dentro. Non potevi non amarla. Lei riusciva a trovare il lato positivo di ogni persona ed a stabilire un contatto con tutti. La nostra vita non sarà più la stessa".

"Hanno ucciso mio figlio e si sono scusati per lettera"

Il padre di Umberto Garzarella non riesce a dimenticare quei drammatici momenti in cui ha scoperto che il suo Umberto era morto. Ma c'è un aspetto che lo tormenta. "Non nutro odio nei confronti dei due tedeschi, lo voglio dire chiaramente, ma una cosa non mi va giù", racconta a Il Messaggero. "La barchetta di Umberto è stata trovata a cento metri al largo del loro albergo, hanno visto tutto, non dovevano partire. Dovevano restare qui, andare in chiesa ad accendere due candele e poi venire da me, guardarmi negli occhi e chiedermi scusa. Non farci arrivare una lettera dalla Germania, tramite il loro avvocato, in cui non si firmano nemmeno con nome e cognome ma con le iniziali".(Tgcom24) Leggi anche: Nola, Clara Pinto muore a 35 anni poche ore dopo il parto: aperta un’inchiesta. La famiglia: “Vogliamo giustizia” Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo Seguici sul nostro canale Youtube 41esimoparallelo
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