Trump reintroduce la pena di morte federale: di cosa si tratta e cosa succede ora
Con un ordine esecutivo, il presidente degli Stati Uniti cancella la moratoria introdotta nel 2021, ordinando l’applicazione della pena capitale per reati gravi e coinvolgendo direttamente il Dipartimento di Giustizia.
Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che reintroduce la pena di morte federale negli Stati Uniti, eliminando la moratoria stabilita da Joe Biden nel 2021. La decisione prevede che la pena capitale venga richiesta dal procuratore generale nei casi di omicidio di un agente o di reati capitali commessi da stranieri irregolari, e include l’adozione di misure per garantire una fornitura sufficiente di farmaci per l’iniezione letale.
Un ritorno controverso
La pena di morte federale era stata sospesa durante l’amministrazione Biden, con 37 condanne a morte convertite in ergastolo. Con l’ordine firmato da Trump, i criteri tornano a essere più rigidi, rendendo obbligatoria la richiesta della pena capitale per specifiche tipologie di crimini, inclusi terrorismo e violenze gravi contro agenti federali.
Il penitenziario di Terre Haute, in Indiana, continuerà a gestire la maggior parte delle condanne federali, con esecuzioni eseguite solo dopo una lunga serie di appelli e revisioni.
Le radici della pena di morte federale
L’istituzione della pena di morte federale risale ai primi anni della Repubblica e rappresenta uno strumento per contrastare crimini come il terrorismo e il crimine organizzato. Il Violent Crime Control and Law Enforcement Act del 1994 aveva già rafforzato il ruolo della pena capitale come deterrente contro la violenza.
Tuttavia, la presidenza Obama aveva introdotto una moratoria di fatto, con l’allora procuratore generale Eric Holder che aveva limitato l’applicazione della pena capitale ai casi più gravi. Durante il primo mandato di Trump, questa tendenza era stata invertita, con 13 esecuzioni capitali effettuate, aprendo un dibattito nazionale.
Le implicazioni del nuovo ordine
Il ritorno alla pena di morte federale non riguarda solo i crimini commessi in Stati che applicano già la pena capitale, ma si estende anche a quelli dove non è prevista. Questa decisione ha suscitato un acceso dibattito negli Stati Uniti, tra sostenitori che vedono nella pena capitale uno strumento di giustizia e oppositori che denunciano i rischi di irreversibilità degli errori giudiziari.
Mentre molti americani considerano la pena di morte una misura necessaria per i reati più gravi, altrettanti sollevano dubbi sulla sua efficacia e moralità. La decisione di Trump, sebbene legale, rafforza una polarizzazione già presente su un tema eticamente e politicamente delicato.