Giuseppe Maddaluno
Giuseppe Maddaluno

È stato un sequestro lampo, ma dalle modalità che hanno subito fatto pensare a una pianificazione accurata. È quanto accaduto a San Giorgio a Cremano l’8 aprile scorso, quando un ragazzo di 15 anni è stato rapito mentre si recava a scuola. Dopo quasi dieci ore di prigionia, è stato rilasciato, fortunatamente illeso, ma l’episodio ha scosso la comunità e acceso i riflettori su un contesto che gli inquirenti stanno cercando di chiarire.

A coordinare le indagini è il pm Henry John Woodcock, noto per la sua esperienza in casi complessi di criminalità organizzata e sequestri. Fin dalle prime ore, la Procura ha escluso l’ipotesi del sequestro casuale: troppi elementi fanno pensare a una premeditazione, con conoscenza approfondita delle abitudini del giovane e del percorso che compiva ogni giorno.

Le indagini si concentrano sugli affari familiari

Le forze dell’ordine, con il supporto della squadra mobile, stanno scandagliando il passato e il presente imprenditoriale della famiglia della vittima. Il padre, Giuseppe Maddaluno, è attivo in diversi settori, tra cui quello degli autolavaggi e della ristorazione. Non è escluso che il sequestro sia stato un atto dimostrativo o ritorsivo legato a dinamiche economiche non ancora del tutto chiarite.

Nei giorni successivi al rilascio del ragazzo, gli investigatori hanno eseguito una perquisizione anche a casa dello stesso Maddaluno. Il suo nome non figura al momento tra gli indagati, ma gli inquirenti stanno analizzando contatti, conti correnti e movimenti societari alla ricerca di eventuali collegamenti con il rapitore arrestato.

Arrestato Antonio Amaral Pacheco de Oliveira: un passato legato alla famiglia Maddaluno

Un elemento chiave dell’inchiesta è l’arresto di Antonio Amaral Pacheco de Oliveira, 24 anni, di origini italo-brasiliane ma nato in Germania. Il giovane è stato fermato poche ore dopo la liberazione del quindicenne, e al momento è l’unico arrestato per il sequestro.

Secondo le prime ricostruzioni, Pacheco de Oliveira avrebbe lavorato per un breve periodo presso l’autolavaggio gestito dalla famiglia Maddaluno, proprio nel cuore di San Giorgio a Cremano. Un dettaglio che ha fatto scattare l’allarme tra gli inquirenti, che sospettano possa aver utilizzato la conoscenza degli orari e delle abitudini della famiglia per organizzare il sequestro.

Le prossime mosse degli inquirenti

Gli investigatori stanno ora lavorando per comprendere se il 24enne abbia agito da solo o con la complicità di altri soggetti. Si analizzano immagini di videosorveglianza, celle telefoniche e comunicazioni digitali che potrebbero svelare una rete più ampia dietro al rapimento.

Il riserbo sulla vicenda resta massimo, ma la Procura non esclude alcuna pista, inclusa quella di eventuali debiti o rivalità d’affari. Intanto, la famiglia del ragazzo, ancora sotto choc, ha ringraziato le forze dell’ordine per la rapidità dell’intervento che ha permesso il lieto fine di una vicenda altrimenti tragica.

Il caso resta aperto, e promette di far emergere nuovi dettagli su dinamiche imprenditoriali e legami personali nel tessuto sociale di San Giorgio a Cremano.

Raffaella Scudiero uccisa dall’airbag difettoso: un bossolo l’ha colpita al collo a 300 km/h
Tragedia nel ritiro del Lecce: è morto improvvisamente Graziano Fiorita