Fabiana è la quarta vittima della sparatoria di Roma. Era mamma di due bambini, la disperazione del marito in ospedale
Ha lottato disperatamente per quasi tre giorni ma ieri sera Fabiana De Angelis si è arresa. «Gli accertamenti diagnostici effettuati in queste ore hanno evidenziato un quadro clinico irreversibile. È stata dichiarata la morte cerebrale della paziente. L’Azienda esprime il proprio sentito cordoglio alla famiglia» si legge in una nota diffusa in serata dal policlinico Sant’Andrea. È la quarta vittima della furia omicida di Claudio Campiti, il 57enne che domenica mattina, dopo aver sottratto una Glock semiautomatica dal poligono di tiro Tor di Quinto, si è recato all’assemblea del consorzio “Valleverde” e ha fatto fuoco contro i vertici. Fabiana, 50 anni compiuti lo scorso 4 novembre, era seduta, in qualità di assistente, tra la presidentessa Bruna Marelli (alla sua destra) e Nicoletta Golisano anche lei 50 anni compiuti da poco e amica della premier Giorgia Meloni (alla sua sinistra). Il proiettile l’ha raggiunta alla carotide sinistra provocando la frattura della settima vertebra cervicale. La De Angelis, anche lei commercialista, è stata la terza ad essere stata colpita. Le sue condizioni erano apparse disperate fin dai primi istanti in cui è stata soccorsa all’interno del gazebo del bar “Il posto giusto” di via Monte Gilberto in quell’ex borgata alla periferia nord di Roma.
LA CORSA DISPERATA
La donna è stata trasportata di corsa al Sant’Andrea e operata d’urgenza ma il suo quadro clinico nelle ore successive era stato comunque definito “critico”. Insomma soltanto un miracolo avrebbe potuto strapparla alla morte. In ogni caso la pallottola aveva provocato danni irreversibili. Ore di angoscia e speranza quelle dei familiari che per tutta la giornata di ieri sono rimasti al capezzale della donna. In serata però i medici ne hanno dichiarato la “morte cerebrale”. In ospedale presenti il marito e due figli adolescenti di 14 e 16 anni. Difficile il lavoro degli psicologi che ieri hanno dovuto comunicare la morte ai due ragazzi. Sale così a quattro il numero delle vittime e i capi d’imputazione a carico di Claudio Campiti diventano ancor più pesanti. Fabiana De Angelis era nata a Roma il 4 novembre del 1972 e lavorava come commercialista. Aveva un suo studio in piazza Pasquale Paoli in centro. Viveva a pochi passi da piazza Bologna, assieme alla famiglia. Domenica mattina si era recata all’assemblea dei consorziati in qualità di assistente.
LE ALTRE VITTIME
Morta invece sul colpo Elisabetta Silenzi che di anni ne aveva 55. La donna era l’unica dipendente pagata del consorzio, di cui era segretaria contabile. Separata dal marito, aveva due figlie e viveva ad Albano. È stata lei la prima a saltare sulle spalle del killer per provare a disarmarlo ma l’uomo l’ha freddata a bruciapelo. La prima ad essere stata centrata dai proiettili della Glock è stata Sabina Sperandio, di 71 anni, consigliera del consorzio. Alla sinistra di Fabiana c’era Nicoletta Golisano, 50 anni compiuti da poco, commercialista revisore dei conti con studio all’Eur, era sposata e aveva un bambino di dieci anni.
I DUE FERITI
Intanto dopo le dimissioni di Silvio Paganini, componente del consiglio di amministrazione del consorzio, è stata sciolta la prognosi per la presidente dello stesso, Bruna Marelli, 80 anni, colpita da un proiettile che le ha trapassato il polmone destro. La donna, che ieri ha ricevuto la visita del sindaco Roberto Gualtieri, dovrebbe essere dimessa dal policlinico Umberto I entro il fine settimana. È stata lei, dal letto dell’ospedale, a raccontare i problemi intercorsi tra Campiti e i consorziati e i decreti ingiuntivi che lei stessa firmò e che l’uomo non ha mai pagato. Campiti, tuttavia, dall’aprile del 2020 percepiva il reddito di cittadinanza, in maniera regolare: 490 euro al mese e parte di quel denaro - ipotizzano gli inquirenti - è stato messo da parte dall’uomo per darsi poi alla fuga dopo gli omicidi che aveva pianificato. Dalle autopsie eseguite sui corpi delle prime tre vittime è stato confermato quanto scritto dal pm nel decreto di fermo: ha mirato «in punti vitali», ovvero cuore, testa e polmoni.
[sv slug="seguici"]