Guerra Ucraina
Guerra Ucraina

Nella notte si sono verificati massicci attacchi con droni tra Russia e Ucraina, intensificando ulteriormente il conflitto in corso. Entrambi i Paesi hanno lanciato operazioni aeree, mentre le prospettive di un possibile cessate il fuoco restano incerte.

Secondo fonti ufficiali russe, le difese aeree di Mosca hanno intercettato e abbattuto 31 droni ucraini in diverse regioni. In particolare, 16 droni sono stati neutralizzati nella regione di Voronezh, 9 nella regione di Belgorod, 5 nel Rostov e 1 nel Kursk.

Dall'altra parte, attacchi ucraini hanno colpito la regione di Belgorod, provocando almeno tre feriti, tra cui un bambino di sette anni. Uno dei droni avrebbe colpito un'abitazione nel distretto di Gubkinsky, innescando un incendio.

Colloquio tra Rubio e Lavrov: passi avanti per la pace?

Il Segretario di Stato americano Marco Rubio e il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov hanno avuto una conversazione telefonica per discutere i prossimi passi verso un possibile accordo di pace. Secondo il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, entrambi hanno concordato di proseguire i colloqui per ripristinare le comunicazioni tra Washington e Mosca.

L’obiettivo principale di questi negoziati sarebbe quello di trovare un punto di incontro per porre fine alla guerra, ma al momento non emergono segnali concreti di un’imminente risoluzione del conflitto.

Tensione tra Iran e G7: Teheran respinge le accuse

Il governo iraniano ha respinto con fermezza le dichiarazioni del G7, che accusa Teheran di aver fornito armi alla Russia per il conflitto in Ucraina. Esmail Baghaei, portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, ha definito le accuse "ipocrite e infondate". Secondo Teheran, il G7 sta distorcendo i fatti per giustificare le proprie interferenze nella regione.

Il G7 ha inoltre ribadito che l'Iran non dovrebbe acquisire armi nucleari, ma Teheran ha risposto affermando che le preoccupazioni occidentali sono basate su considerazioni politiche piuttosto che su dati concreti.

Il piano dei 'volenterosi' e il ruolo degli Stati Uniti

Il primo ministro britannico Starmer ha chiamato i leader dei 26 Paesi del gruppo 'volenterosi' per fare pressione su Mosca affinché accetti una tregua. Il piano prevede una coalizione internazionale di peacekeeping, ma secondo Michael Clarke, esperto di strategia militare del King's College di Londra, senza il sostegno degli Stati Uniti l’iniziativa sarebbe destinata al fallimento.

Gli scenari possibili, secondo Clarke, sono tre:

Mosca accetta una tregua di 30 giorni, aprendo la strada a una pace più duratura.

Putin prende tempo per settimane o mesi, in attesa della reazione di Trump.

Trump concede troppe concessioni a Putin, costringendo Kiev a continuare la guerra senza il sostegno diretto degli Stati Uniti.

Il summit operativo previsto a Londra giovedì sarà cruciale per delineare la strategia futura.

La posizione dell'Europa e il pressing su Mosca

L'Unione Europea continua a sostenere l'Ucraina, seguendo la cosiddetta "strategia dell’istrice", che punta a rafforzare la difesa di Kiev senza coinvolgere direttamente le truppe occidentali. Ursula von der Leyen ha ribadito il sostegno militare dell’UE, mentre la premier italiana Giorgia Meloni ha confermato l’impegno a lavorare per una pace giusta, escludendo tuttavia l’invio di soldati italiani in Ucraina.

Intanto, il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, durante una visita a Gorizia, ha sottolineato la necessità di costruire un futuro di pace, rimarcando il dovere morale della comunità internazionale di lavorare per la fine del conflitto.

La guerra in Ucraina continua a evolversi con attacchi sempre più intensi da entrambe le parti. I negoziati per la pace sembrano ancora in una fase interlocutoria, mentre le potenze occidentali cercano strategie per contenere l’aggressione russa e sostenere Kiev. La situazione rimane estremamente fluida e i prossimi giorni potrebbero rivelarsi cruciali per il futuro del conflitto.

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