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Il tribunale ha ordinato che l'insegnante risarcisca i danni patrimoniali e morali subiti

Il Tribunale di Benevento ha emesso una sentenza esemplare nei confronti di una maestra dell'Istituto scolastico “Lazzaruolo” di Grottaminarda, condannata a due anni e quattro mesi di reclusione per maltrattamenti ai danni dei suoi alunni. L

La condanna, pronunciata dal collegio penale presieduto dal giudice Sergio Pezza, e con la partecipazione dei giudici Salvatore Perrotta e Francesco Murgo, è stata ufficializzata con il deposito delle motivazioni il 17 ottobre 2024 (Sentenza n. 953/2024). L'insegnante è stata anche obbligata a risarcire i danni, patrimoniali e non patrimoniali, alla parte civile coinvolta, un minore di età.

Accuse di violenze verbali e fisiche in classe

Secondo quanto riportato nel dispositivo della sentenza, la maestra si sarebbe resa protagonista di numerosi episodi di violenza verbale e fisica nei confronti dei piccoli alunni durante l'orario scolastico. Le accuse sono dettagliate e pesanti: l'insegnante avrebbe ripetutamente insultato e umiliato gli studenti, apostrofandoli con epiteti offensivi, utilizzando un linguaggio scurrile e persino bestemmie. I bambini venivano costretti a stare “faccia al muro” e subivano maltrattamenti fisici.

Un episodio particolarmente grave riguarda un alunno di sette anni, Perrino Tommaso, che è stato vittima di una serie di insulti e aggressioni. La maestra, secondo quanto accertato dai giudici, lo avrebbe ripetutamente ridicolizzato, dicendogli frasi come "Tu non meriti di vivere", minacciandolo di violenza fisica ("Ti do un calcio, ti faccio saltare i denti"), e ordinandogli di "stare zitto". Queste aggressioni verbali erano accompagnate da gesti fisici violenti: la maestra avrebbe strattonato il bambino, scuotendolo e costringendolo a sedersi al suo posto con la forza.

Le testimonianze decisive e il verdetto del Tribunale

La ricostruzione degli eventi è stata possibile grazie alle testimonianze di vari testimoni, oltre che alle prove raccolte durante le indagini. Le dichiarazioni dei bambini e dei loro genitori sono state fondamentali per portare alla luce il comportamento violento e prevaricatore dell'insegnante, che ha creato un ambiente di paura e oppressione in classe.

La sentenza ha stabilito che i comportamenti della maestra costituiscono maltrattamenti aggravati, sia per la loro reiterazione nel tempo, sia per la condizione di vulnerabilità delle vittime, minori di età e quindi particolarmente esposti agli abusi di autorità.

Le dichiarazioni dell’avvocato della parte civile

L’avvocato Raffaella Giada Castaldo, che ha rappresentato la parte civile, ha espresso soddisfazione per il verdetto. "La sentenza riconosce finalmente la gravità delle azioni compiute nei confronti di un minore di età in un luogo che dovrebbe essere sicuro, come una scuola," ha dichiarato l'avvocato. Ha inoltre sottolineato l'importanza di mantenere alta l'attenzione su casi di questo tipo per prevenire che simili episodi di violenza possano ripetersi.

La pena inflitta e il risarcimento dei danni

Oltre alla condanna a due anni e quattro mesi di reclusione, il tribunale ha ordinato che l'insegnante risarcisca i danni patrimoniali e morali subiti dalla parte civile. La somma esatta verrà stabilita in sede civile, ma il risarcimento sarà volto a compensare le sofferenze psicologiche e fisiche subite dalla giovane vittima.

Questa sentenza rappresenta un passo importante verso la tutela dei diritti dei minori e il riconoscimento della gravità dei maltrattamenti in ambito scolastico. La scuola dovrebbe essere un luogo sicuro e di crescita, e casi come questo richiamano l'urgenza di una maggiore attenzione e vigilanza su quanto accade tra le mura delle aule. Il caso dell'Istituto “Lazzaruolo” di Grottaminarda è un triste monito, ma anche un esempio di giustizia per le giovani vittime di abusi.

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