Un brutto episodio di razzismo è avvenuto a Lecce nel centro vaccinale dove Arielle era in procinto di ricevere la sua dose di vaccino anti covid. Il medico le avrebbe infatti chiesto se sapesse leggere o quanto meno scrivere solo basandosi sul colore della sua pelle. Incredibile che ancora oggi, nel 2021, e da parte di una persona che rappresenta lo Stato Italiano, si verifichino episodi di tal genere. Per questo motivo Arielle ha deciso di non tacere, di dirlo ai quattro venti e far si che la notizia giunga al più alto numero di persone possibile.

Razzismo al centro vaccinale: la lettera di Arielle

Queste le parole di Arielle attraverso una lettera inviata a Fanpage: “Io, nera e italiana, vittima di razzismo al centro vaccinale: il medico mi ha chiesto se sapessi leggere. Al momento della consegna del modulo informativo (che mi hanno riferito di compilare solo col medico), quest’ultimo mi ha chiesto subito se sapessi leggere o scrivere, dando per scontato che io fossi una persona ignorante. Dalla Als si sono giustificati pure, non ammettendo il grave errore commesso. Vivo di ignoranza ogni giorno”.

"Ha dato per scontato che fossi una persona ignorante"

"Sono una mamma di 30 anni, nera ed italiana. Ho vissuto a Milano fino a 4 anni fa, poi per amore mi sono trasferita a Lecce.  Sono andata a vaccinarmi, e al momento della consegna del modulo informativo (che mi hanno riferito di compilare solo col medico), quest’ultimo mi ha chiesto subito se sapessi leggere o scrivere, dando per scontato che io fossi una persona ignorante. Prima di questa becera domanda, ho fornito documento d’identità e codice fiscale, dove c’è ben scritto che sono di nazionalità italiana. Ho aperto segnalazione all’ASL e si sono giustificati pure, non ammettendo il grave errore commesso."

"Mi danno della prostituta"

"Scrivo a voi perché mi sembra assurdo che nel 2021 accada ancora questo, e passi in sordina come un episodio “normale”. Nella mail di risposta alla mia segnalazione c'è scritto che "è probabile che si sia trattato di un difetto comunicativo piuttosto che un episodio di razzismo, ciò avvalorato dalla soddisfazione dell'utenza di diverse nazionalità che quotidianamente accede al punto di vaccinazione. Vivo di ignoranza ogni giorno, mi danno della prostituta, mi seguono le macchine chiedendomi se voglio passaggi, mi umiliano per nulla. Questa volta, non starò a tacere. Spero che voi capite la gravità della situazione".
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