Donato De Caprio e Rosa Gigante
Donato De Caprio e Rosa Gigante

L'omicidio di Rosa Gigante, madre del celebre tiktoker e "re dei salumieri" Donato De Caprio, ha scosso l'opinione pubblica e continua a tenere banco nelle cronache. Rosa Gigante, 72 anni, è stata uccisa il 18 aprile 2023 nella sua abitazione nel quartiere Pianura di Napoli. Durante l’udienza del 22 gennaio in Corte d’Assise, l’imputata Stefania Russolillo ha preso la parola per chiedere scusa, suscitando una reazione violenta da parte dei familiari della vittima.

Visibilmente scossa, Stefania Russolillo ha dichiarato: «Voglio chiedere scusa, sono mortificata. Non ho parole per i miei gesti, non riesco a dare un senso a quello che ho fatto», aggiungendo: «Non dormo la notte, non me ne sono resa conto. Scrivo tutti i giorni a psichiatri e psicologi». Tuttavia, le sue parole non sono riuscite a placare la furia dei parenti di Rosa, che l'hanno accusata urlando: «Non puoi chiedere scusa, assassina». Solo l'intervento del giudice è riuscito a riportare l'ordine in aula.

La dinamica dell'omicidio: un crimine premeditato

L’omicidio di Rosa Gigante non è stato un atto impulsivo, ma un crimine premeditato, secondo quanto affermato dal pubblico ministero Maurizio De Marco. L'accusa sostiene che Stefania Russolillo abbia agito con lucida premeditazione, spinta dal desiderio di ottenere denaro. La Procura ipotizza che Russolillo, consapevole del successo del figlio di Rosa, Donato De Caprio, noto per il suo format “Con Mollica o senza”, avesse pianificato di appropriarsi dei soldi della vittima.

Il pm ha dichiarato che l'omicidio non è stato un "raptus", ma un "delitto predatorio pianificato". La casa della vittima fu trovata a soqquadro, segno che Russolillo stava cercando denaro o oggetti di valore. Inoltre, mancarono 150 euro e la fede matrimoniale che Rosa portava al dito.

I dettagli agghiaccianti dell’omicidio

Secondo l'accusa, Stefania Russolillo ha utilizzato un tubicino per strangolare Rosa Gigante. La vittima ha cercato disperatamente di difendersi, ma l'imputata l'ha colpita e sbattuta contro il muro, prima di provocare la sua morte per asfissia. L’omicidio è durato circa dieci minuti, con Rosa che è deceduta a causa del nodo stretto al collo.

Russolillo avrebbe cercato di cancellare le tracce del crimine, lavandosi le mani e lasciando tracce di sangue. Inoltre, ha tentato di incendiare il corpo della vittima con dell’alcol, per eliminare ogni prova del delitto. Secondo il pm, non vi erano altri aggressori, e le mani di Rosa non erano immobilizzate, segno che si è difesa strenuamente.

Le reazioni dei familiari e la richiesta di ergastolo

In aula, Donato De Caprio, insieme ad altri familiari, ha assistito all’udienza visibilmente provato. Nonostante le scuse di Russolillo, la rabbia dei parenti è esplosa. Il figlio di Rosa ha assistito in silenzio mentre l'imputata cercava di spiegare il suo gesto, ma le sue parole non sono riuscite a placare il dolore e la furia dei presenti.

Il pubblico ministero ha richiesto l'ergastolo per Stefania Russolillo, ritenendo che l'omicidio fosse il frutto di una pianificazione lucida e di un'azione cruenta finalizzata a ottenere un vantaggio economico. L'accusa ha ribadito che l’omicidio di Rosa Gigante è stato un crimine premeditato ai danni di una persona vulnerabile, con l'intento di sfruttare il suo successo economico legato al figlio Donato.

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