Più che sulla dinamica, le indagini sull’incidente di Alex Zanardi si concentrano ora sulla «Luino-Santa Maria di Leuca» cui partecipava il fuoriclasse paralimpico e sull’eventualità che questa possa essersi trasformata, senza autorizzazioni, in una corsa di gruppo su strade aperte al traffico.
La prova
Patrocinata dalla Federciclismo, organizzata da Obiettivo3, la prova era sulla carta una «staffetta tra 50 atleti paralimpici» con codifica di sedi di partenza e arrivo, percorsi e tabelle di marcia. Ma non aveva autorizzazione, obbligo di assicurazione o comunicazione del suo passaggio alle autorità locali o di scorta stradale «abilitata» al seguito. L’autorizzazione non era comunque concedibile: fino al 1° agosto l’attività ciclistica in Italia è vietata per il coronavirus.
Roberto Sgalla, ex direttore nazionale della Stradale ed esperto di sicurezza in bici: «Senza autorizzazioni i ciclisti vanno considerati in escursione individuale e sono soggetti al rispetto del codice della strada: si sta a destra, in fila indiana, senza superare la mezzeria. La strada era aperta al traffico e il camionista contro cui Zanardi ha impattato aveva diritto di procedere nel senso opposto a quello dei ciclisti». L’autista, indagato, secondo quanto riportato dal suo legale si è trovato Zanardi di fronte all’uscita della curva e, pur sterzando, non è riuscito a evitarlo.
Le versioni
Un portavoce di Obiettivo3 spiega che «la prova andava vista come un’escursione a cui si è unito solo qualche pedalatore della zona». Ma quando venerdì alle 13 è partito da Castel Fiorentino verso Castelnuovo dell’Abate, Zanardi era «assieme a tanti appassionati ciclisti e professionisti come Daniele Bennati» documenta con immagini il sito arezzonotizie.it. Una foto postata su Instagram proprio da Bennati mostra, dietro a lui e Zanardi, un folto gruppo di biker che occupano la sede stradale. A complicare le cose, il passaggio da Pienza. Il sindaco Manolo Garosi dice di non aver «mai ricevuto comunicazione ufficiale di manifestazioni sportive». Ma a Pienza, certificano i carabinieri di
Montepulciano, alla carovana si è unita una vettura della polizia municipale.
«Non può essere considerata una scorta — spiega Sgalla — ma piuttosto una cortesia verso un personaggio illustre. Spero che la sua presenza non abbia ingenerato nei ciclisti l’idea che la strada fosse protetta perché non lo era». Nell’attimo dell’incidente Zanardi era in testa con altri 8/10 ciclisti: per alcuni testimoni, l’andatura era «allegra». La sua bici si è cappottata a quasi 50 chilometri all’ora, come registrato da una camera sul manubrio. È lo stesso «bolide» che usa in gara, una F1 delle handbike in carbonio, perfetta in un circuito chiuso al traffico, più problematica in situazioni come quella di venerdì.
Le registrazioni
In una prova «regolare», tutti i partecipanti sono registrati: qui è compito degli investigatori rintracciarli. Il sostituto procuratore di Siena, Serena Menicucci, ha già iniziato gli interrogatori. Si vedrà se — oltre al camionista — ci saranno altri indagati. (Corriere della Sera)
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