Lodi, Francesco morto per un blocco intestinale. L'avvocato: "La sua morte si poteva evitare"
CERVIGNANO D'ADDA (LODI). Una morte che si poteva evitare. E' così che afferma l'avvocato Giuseppe Badolato sul caso di Francesco Palomino Conga.
Il ragazzo, 12enne, è morto lo scorso 30 dicembre 2019 all'ospedale Vizzolo Predabissi per un'occlusione intestinale non diagnosticata rapidamente.
La Procura di Lodi ha chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di omicidio colposo per uno dei medici che quella sera aveva provato a curare Francesco.
Si tratta di un chirurgo dell’ospedale di Vizzolo Predabissi che il 30 novembre dovrà presentarsi davanti al gup di Lodi per l’udienza preliminare.
"Aspettiamo l’udienza preliminare del 30 novembre - spiega l’avvocato Badolato –. La Procura di Lodi ha fatto un lavoro molto preciso su questa tragedia. Per noi non ci sono mai stati dubbi sulla responsabilità di chi ha curato Francesco. Pertanto oltre alla vicenda penale, stiamo portando avanti un’azione civile".
Per i genitori di Francesco loro figlio si sarebbe potuto salvare: al pm di Lodi Antonella Dipinto avevano subito evidenziato, tramite il legale, "un ritardo da parte dei medici nella diagnosi".
Il ragazzo aveva cominciato ad avvertire dolori fortissimi la sera del 27 dicembre e il 28 era stato portato all’ospedale di Vizzolo Predabissi dove era entrato alle 5.30 del mattino.
Nonostante le prime cure il 12enne non riusciva ad andare in bagno. Solo dopo diverse ore il ragazzino era stato sottoposto a ecografia che aveva rivelato un blocco intestinale il quale rendeva necessario l’intervento, ma il personale medico aveva detto che nel reparto non vi erano strutture idonee.