Minacce - Avevano usato violenza e minacce contro il testimone chiave di un processo per droga, costretto a ritrattare in aula. Poi, non paghi del risultato, avevano continuato l'opera vessatoria per avere anche un "risarcimento danni": le indagini della Polizia di Stato hanno permesso di individuare 4 persone a cui sono state applicate altrettante misure cautelari. La vicenda ha inizio nel settembre dello scorso anno e si è svolta nel popoloso quartiere romano di Bastogi.

I fatti e le minacce

I familiari di una donna arrestata per spaccio si sono presentati a casa di un uomo che doveva testimoniare nel relativo processo; dopo averlo fatto uscire con una scusa, lo hanno picchiato accusandolo di essere "un infame". La vittima, nei giorni successivi, ha deciso di trasferirsi per sottrarsi ad altre eventuali minacce. Ma ciò non ha fermato i parenti della pusher hanno continuato con la loro azione concentrando la propria attenzione sui familiari del testimone. L'ultimo avvertimento è arrivato il giorno del processo nei corridoi del Tribunale quando un familiare dell'indagata, incontrando il teste, lo ha ulteriormente minacciato. La vittima si è così convinta ad assecondare gli aguzzini ed in aula ha ritrattato tutte le dichiarazioni rese in fase di indagine, credendo così di chiudere definitivamente la vicenda. Invece gli aguzzini si sono ripresentati chiedendogli un risarcimento in denaro e picchiandolo con una mazza da baseball in un parcheggio di un supermercato.

Solo a questo punto la vittima ha deciso di rivolgersi alla Polizia di Stato

I poliziotti, dopo una serie di accertamenti, hanno accertato la veridicità di quanto denunciato e sono riusciti ad individuare i 4 responsabili, in primis la 45enne che era stata accusata di spaccio e poi le altre 3 persone, 2 romani di 32 e 26 anni ed un 22enne originario del Marocco che, a vario titolo, hanno concorso nel reato. La magistratura ha quindi emesso un'ordinanza di custodia cautelare per tutti gli indagati: in carcere arriva rispettivamente la donna 45enne ed il ragazzo 26enne-; gli arresti domiciliari per gli altri 2 indagati. Leggi anche: “I debiti si ora si pagano”, si va verso la bocciatura della pace fiscale Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo Seguici sul nostro canale Youtube 41esimoparallelo
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