Niente di cui gioire.

I dati del contagi e dei morti di ieri riportano indietro le lancette del tempo dell’epidemia e mettono il governo davanti ad un bivio, ad una decisione politica pesante "alla quale – si sostiene sia al ministero della Salute che a Palazzo Chigi – nessuno ha intenzione di sottrarsi". Se i dati di venerdì e quelli fino a lunedì prossimo, 1 giugno, evidenzieranno una risalita dei contagi, soprattutto in Lombardia e in Piemonte (ma anche l’Emilia-Romagna è sotto la lente), il governo confermerà la chiusura delle due regioni più colpite. Sentiti entrambi i governatori, Cirio e Fontana.

Stando ai dati di ieri

Le vittime quotidiane sono tornate sopra le 100 unità e il numero dei nuovi contagi aumenta in Lombardia che raddoppia il dato in un solo giorno. Dei 584 tamponi positivi rilevati ieri, la maggior parte sono proprio in Lombardia, con 384 nuovi positivi (il 65% del totale). L’incremento di casi è di 73 in Piemonte, 16 in Emilia Romagna, 12 in Toscana, 39 in Liguria e 11 nel Lazio. Tutte le altre regioni ne hanno meno di dieci, zero nelle Marche, Alto Adige, Umbria, Valle d’Aosta, Basilicata. "Stiamo osservando l’andamento della curva epidemiologica – raccontano dal Comitato tecnico scientifico –, ma solo alla luce dei dati di venerdì prossimo, quando sapremo con precisione se sulle aperture del 18 maggio il sistema ha tenuto nel suo complesso, potremo prendere una decisione". Si aspetterà fino a lunedì pomeriggio prima di fare un punto della situazione con Palazzo Chigi, da dove partirà la decisione finale. Certo, i dati di ieri hanno un po’ rotto le uova nel paniere agli ‘aperturisti ad oltranza’ che sono pure presenti negli organi preposti alla gestione della pandemia nazionale, facendo tornare la maggioranza dei componenti del Comitato tecnico scientifico (in particolare i rappresentanti dell’ISS) in una posizione attendista e cauta.  

Il ministro della Salute, Roberto Speranza,

Si dimostra, in questo momento, il ’cauto tra i cauti’, respingente ad ogni pressione esterna (ancora tutte molto forti, anche nel governo) verso la riapertura totale "nonostante tutto". "Convivere con il virus non significa incoscienza", ripete spesso. Dunque, lunedì prossimo, intorno alle 17, dovrebbe succedere questo. Che il Comitato tecnico scientifico e il governo faranno il punto della situazione generale, "dati alla mano degli ultimi quattro giorni dopo la riapertura del 18 maggio; se i dati saranno confortanti - dicono dal ministero della Salute - andremo avanti con la riapertura di tutte le regioni, come da road map. Diversamente, il governo si prenderà la piena responsabilità politica, sentiti i governatori delle regioni interessate, di far restare chiusi ancora alcuni territori; sarà la mappatura del contagio a dirci quali e quanti, anche all’interno delle regioni interessate".(Quotidiano) Leggi anche: Fase 2 Riaperture Regioni: serve l’ok del Sud per il via libera del 3 giugno. Seguici su Facebook: 41esimoparallelo Seguici su Twitter: https://twitter.com/41paralleloit
Tortoreto in lacrime per Renato Di Remigio: addio a un giovane papà
Coronavirus, da giugno mascherine e distanze non serviranno più? Il parere del virologo Caruso.