I report

L’ultimo report (il diciottesimo dal 3 aprile scorso) sulle case di riposo liguri conferma la tendenza: si rimane in una situazione di emergenza. Anche se le strutture non sono più in “fascia rossa”, ma declassate a viola (quindi meno critica), in quasi una settimana da sei in tutta la Liguria sono diventate tredici nel solo Genovesato. E fra queste in cima alla lista rimane il Don Orione-Paverano di via Cellini, il cui numero di decessi ammonta a 92 su un totale di 421 presenti al 20 febbraio scorso, di cui 42 di Covid accertato. È morto un paziente su quattro. In quasi tutte le strutture. A scorrere le cifre del monitoraggio del 15 giugno scorso, al quale hanno risposto ben 302 Residenze Socio-Sanitarie su un totale di 330, si legge la strage degli anziani. Sebbene i morti non possano essere contati come numeri ed una sola vita che se ne va, equivale a cento, mille.

Rsa

Così è, purtroppo. E l’elenco delle Rsa in “zona viola” lievita. Al Don Orione-Paverano si aggiungono: San Camillo e Camandolina, entrambe in via Domenico Chiodo; Seniores di via Saporiti; Doria di via Struppa; Villa Degli Ulivi in via Domenico Oliva, a Sestri Ponente; Domiziana di via Bari; Sacra Famiglia di via Linneo, a Rivarolo; Monticelli in via Rocca dei Corvi, a Trasta; Santissima Concezione di salita Chiappe; Villaggio della Corte Don Orione di via Berghini. Tutte queste si trovano a Genova, mentre in provincia abbiamo la Residenza Protetta di Caprile (ad Uscio) e Villa Crovetto di Bogliasco. Sono tutte strutture sotto sorveglianza speciale da parte della task force istituita dall’Agenzia Ligure Sanitaria. Al loro interno hanno ancora dei piccoli focolai di infezione aperti e si teme che possano riesplodere. Succede proprio nel momento in cui sul territorio, invece, calano i contagi e si parla di piena riapertura. Tanto che Giancarlo Icardi, direttore del Dipartimento di Igiene del Policlinico San Martino, afferma che “ormai siamo a percentuali quasi invisibili, sporadiche” di tamponi positivi. E soprattutto di decessi tra i ricoverati nei reparti di Malattie Infettive e in rianimazione.

L'emergenza

Anche se il geriatra in pensione Ernesto Palummeri, ex primario del Galliera e della Asl Tre, richiamato in servizio per affrontare l’emergenza coronavirus all’interno delle case di riposo, dice che “la situazione si sta normalizzando e le Rsa che prima erano nelle fasce più alte sono diminuite”. Vero, sono sparite le “rosse”, nel senso che non vi sono più case di riposo “ad elevata criticità” ed i punteggi di rischio sono inferiori rispetto a prima. Ma alle 13 declassate a “viola” se ne aggiungono ancora 20 in fascia gialla. Anche queste da tenere sotto controllo. È l’ultima “fotografia” degli istituti che da Ventimiglia a Sarzana ricoverano circa 18 mila pazienti, tra cui 12 mila anziani, che da una parte descrive la seppur lenta uscita dall’emergenza. Dall’altra, però, gli allarmi scattati il 20 febbraio scorso persistono e non seguono il territorio. Non ci sono nuovi focolai, ma risentono delle criticità di 100 giorni di epidemia che ha decimato gli anziani ospiti, ha colpito duramente il personale medico- socio- sanitario, molto del quale è ancora a casa in malattia.

Ultime notizie

Il penultimo report (quello dello scorso venerdì) in situazione critica oltre il Don Orione-Paverano collocava in fascia viola altre 5 case di riposo liguri. Tre strutture sotto la sorveglianza della Asl Due di Savona: la Trincheri di Albenga; le due residenze del Santuario di Savona, cioè la Protetta e la Rsa, entrambe pubbliche. In ambito Asl Uno: la Casa di Riposo di Imperia e quella di Borgomaro. Nessun istituto di ricovero in “fascia critica” alla Asl Quattro Chiavarese ed alla Asl Cinque di La Spezia. (La Repubblica) Leggi anche: Otto anziani uccisi in una Rsa: infermiere somministrava farmaci non previsti. Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo
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