Le ricerche online dal cellulare di Alessandro e la confessione del testimone, aprono nuovi scenari. Lo riporta questa mattina Il Mattino. La scoperta di nuove prove potrebbe indicare che Alessandro Impagnatiello, il reo confesso dell'omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, avesse pianificato il delitto.

Giulia Tramontano, si indaga sulla ricerca online

Secondo le analisi effettuate sul suo cellulare, sono emerse ulteriori ricerche online che potrebbero far pensare a una premeditazione. La Procura ha contestato l'aggravante della premeditazione, anche se il giudice ha convalidato il fermo senza accoglierla.

Le ricerche online di Alessandro Impagnatiello, si aprono nuove piste

La famiglia di Giulia Tramontano, assistita dall'avvocato Giovanni Cacciapuoti, spera di fare chiarezza su questo punto. L'avvocato era presente durante i nuovi rilievi tecnico-scientifici effettuati nella casa della coppia a Senago, nel Milanese, da parte dei carabinieri della sezione investigazioni scientifiche. Durante le indagini, sono stati esaminati anche il box e la cantina, dove sembra che Impagnatiello abbia temporaneamente nascosto il cadavere prima di sbarazzarsene tra alcune sterpaglie dietro a dei garage.

La casa appariva in ordine e pulita, senza alcun segno dell'agghiacciante omicidio che è avvenuto esattamente dieci giorni prima. Sulla parete era ancora presente una stampa di una foto di Alessandro e Giulia scattata a Ibiza poco tempo prima. Tuttavia, numerosi indizi sono stati trovati nell'appartamento grazie all'uso del Luminol.

Rilevate tracce di sangue e materiali biologici non solo in cucina, dove è avvenuto l'omicidio, ma anche nel soggiorno e sulle scale che portano al garage. I carabinieri hanno inoltre ritrovato l'arma utilizzata per uccidere Giulia. Si tratta di un coltello che era nascosto tra gli altri coltelli sopra al forno in cucina, come aveva ammesso Alessandro. Trovate inoltre prove positive nella vasca da bagno. Qui il 30enne avrebbe cercato di bruciare il corpo della ragazza. Tuttavia, la ricostruzione fornita da Impagnatiello potrebbe non essere precisa e l'autopsia, che sarà effettuata il prossimo venerdì, potrebbe fornire ulteriori dettagli.

Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Letizia Mannella e dalla pm Alessia Menegazzo, sono in corso e diverse testimonianze stanno venendo raccolte. Tra queste, una testimonianza importante è quella del gestore di un bar a Senago, a pochi metri da via Monte Rosa, dove si trovava il corpo di Giulia.

Due giorni dopo l'omicidio, Impagnatiello sarebbe entrato nel locale con sua madre per chiedere di visionare le telecamere, affermando che stavano cercando Giulia. Gli inquirenti hanno anche sentito il custode del palazzo, il quale ha riferito che Alessandro gli avrebbe chiesto una scopa e una paletta per pulire il box, dove aveva cercato di bruciare il corpo della donna.

Nel frattempo, i carabinieri hanno trovato alcuni documenti di Giulia in un tombino nella zona di Comasina, a circa dieci chilometri da via Novella, dove Impagnatiello prendeva la metropolitana per recarsi al lavoro in centro. Impagnatiello stesso aveva dichiarato di averli gettati lì insieme al cellulare. Tuttavia, oltre alla patente, al bancomat e a una carta di credito, non vi era niente altro che appartenesse alla giovane di 29 anni.

[sv slug="seguici"]

Tortoreto in lacrime per Renato Di Remigio: addio a un giovane papà
Ferma l'auto, toglie le scarpe e si lancia già dal ponte. Morto un uomo nel Beneventano