Caso Liguria, Giovanni Toti interrogato per nove ore: "Ho Agito nell'Interesse Pubblico"
Ha risposto alle 180 domande dei pubblici ministeri e che ha depositato una memoria difensiva
Il 20 maggio, il governatore della Liguria Giovanni Toti è stato interrogato per quasi nove ore presso la sede del Roan della Guardia di Finanza di Genova.
L'interrogatorio, condotto dai pubblici ministeri Federico Manotti e Luca Monteverde, insieme all'aggiunto Vittorio Ranieri Miniati, ha visto Toti rispondere a più di 100 domande riguardanti l'accusa di corruzione.
Assistito dal suo legale Stefano Savi, Toti ha anche depositato una memoria di 17 pagine per spiegare le linee politiche e morali che hanno guidato la sua attività alla guida della Regione Liguria.
La Memoria di Toti
Nella memoria presentata, Giovanni Toti ha sottolineato il suo impegno nel servire il bene e l'interesse comune dei cittadini liguri. "Ho sempre perseguito l'interesse pubblico," ha dichiarato il governatore.
Toti ha ribadito la sua volontà di collaborare con le autorità per ricostruire la verità, al fine di restituire dignità alla sua figura di servitore dello Stato.
Nella memoria, Toti ha spiegato che ogni decisione e ogni euro incassato hanno avuto una destinazione politica, senza alcun arricchimento personale o utilità privata.
Analisi dei Rapporti con il Mondo del Lavoro
Toti ha criticato l'ordinanza di custodia cautelare e l'intero impianto accusatorio, sostenendo che questi analizzano solo una parte limitata dei rapporti tra l'amministrazione e il mondo del lavoro e delle imprese.
Secondo il governatore, l'analisi dovrebbe considerare la molteplicità e la generalità dei rapporti nel corso di un lungo periodo. Questo permetterebbe una valutazione più completa e corretta del suo operato e delle interazioni avute con diversi attori economici e sociali.
Trasparenza e Destinazione dei Fondi
Giovanni Toti ha dichiarato che tutti i fondi ricevuti sono stati utilizzati per fini politici, tracciati e rendicontati secondo la legge. Ha sottolineato che le spese sono state pubblicate sui siti internet delle organizzazioni politiche a suo sostegno, garantendo massima trasparenza. "Ogni euro incassato ha avuto una destinazione politica," ha ribadito, assicurando che nessun contributo ha prodotto arricchimento personale.
Toti ha posto particolare attenzione nel separare gli aspetti economici della sua vita privata da quelli legati alla politica, utilizzando conti correnti dedicati e strumenti tracciabili.
Il Voto di Scambio
Nella memoria, Toti ha affrontato anche il tema del voto di scambio, evidenziando che il sostegno della comunità Riesina, rappresentata da 400 voti, non ha alterato gli equilibri democratici delle elezioni regionali.
Ha menzionato i fratelli Testa, Arturo e Maurizio, sottolineando che erano presentati come attivisti politici con incarichi in Regione Lombardia e rappresentanti ufficiali della Comunità Riesina nel Mondo. Toti ha dichiarato che l'attenzione verso gruppi organizzati di cittadini di comune estrazione è una pratica comune in politica per raccogliere consenso.
I Conti Bancari
L'inchiesta ha rivelato che dal conto del Comitato Toti presso Intesa San Paolo, 55mila euro sono stati trasferiti al conto personale del governatore presso Carige. Questo conto, utilizzato anche dalla segretaria di Toti, sarebbe stato usato come "conto politico" per sostenere spese legate all'attività politica del governatore e del suo entourage. Toti ha spiegato che tutte le operazioni finanziarie sono state tracciabili e documentate, rispettando la normativa vigente.
Il Caso Moncada
L'interrogatorio di Giovanni Toti rappresenta un passo verso la richiesta di revoca degli arresti domiciliari. Il presidente potrebbe decidere se dimettersi o meno una volta ottenuta la revoca. Nel frattempo, Francesco Moncada, ex consigliere del cda di Esselunga, è stato sottoposto a interdittiva per presunti pagamenti occulti a favore del partito di Toti durante la campagna elettorale.
Nonostante le dimissioni di Moncada, il giudice per le indagini preliminari ha respinto l'istanza di revoca dell'interdittiva, evidenziando il concreto pericolo di corruzione.
In conclusione, Giovanni Toti ha dichiarato di aver sempre agito nell'interesse pubblico e di essere pronto a collaborare con le autorità per chiarire ogni dubbio e restituire la propria dignità di uomo politico e servitore dello Stato. La comunità ligure attende ora gli sviluppi di questa complessa vicenda giudiziaria.