Tutti noi, a qualsiasi titolo abbiamo a che fare con l’INPS: in qualità di contribuenti, soggetti previdenziali, per il riconoscimento di uno stato di necessità o di un diritto. Insomma, in quanto cittadini sui quali vigono le condizioni minime di welfare, riceviamo dall’Istituto bonus, agevolazioni, assegni sociali e previdenziali, nonché, arrivati come persone alla completa maturazione (e ci si augura anche come lavoratori), la pensione.
Le famiglie dei lavoratori dipendenti, ad esempio, ricevono secondo le diverse fasce di reddito il noto Assegno Unico dedicato al supporto per le spese dei figli fino a poco oltre la maggiore età. Sempre nel settore del lavoro subordinato, coloro che vedono cessare il rapporto a causa del licenziamento per giusta causa, ricevono per una durata variabile un sussidio mensile pari ad una quota dello stipendio. Per non parlare delle decine di indennità, bonus e una tantum a copertura di un’ampia attività assistenziale.
Allarme INPS, nuovo avviso ai cittadini: non dare seguito ai messaggi
Diciamoci pure la verità, la complessa macchina burocratica che si cela dietro l’Ente di previdenza ha portato talvolta ad episodi poco piacevoli nel contesto della ricezione di importanti somme di sostegno: si ricorda l’infelice esordio degli stessi pagamenti dell’Assegno Unico le cui verifiche incrociati con il
Fisco sull’accertamento dei redditi ha causato prolungate interruzioni delle elargizioni.
Oppure, basti pensare a taluni ostacoli occorsi nella distribuzione del
Reddito di Cittadinanza. È comprensibile che la platea dei contribuenti è oltremodo estesa e il setaccio su potenziali rischi o irregolarità non sottrae dal pericolo di incappare in clamorosi stop a danno di contesti familiari o individuali particolarmente difficili. Eppure, in quanto organo istituzionale, ne riponiamo la fiducia di veder salvaguardate le nostre aspettative retributive.
Una fiducia che spesso è ben compresa dai malintenzionati o da società anonime che utilizzano il nome dell’Ente per accedere alle informazioni personali dei contribuenti tramite
email ed SMS. Aumentano le segnalazioni di
messaggi con i quali sono richiesti falsi aggiornamenti dei dati sensibili, comprese le proprie coordinate bancarie, da inserire facendo click sul link fornito in calce. L’INPS avvisa l’utenza che non invia messaggi con
link, né incarica
funzionari presso i domicili. La comunicazione avviene tramite posta certificata e le aree dedicate sul suo sito al quale accedere con lo SPID o CIE.
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