Omicidio Vassallo: il colonnello Cagnazzo non risponde al Gip
Il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, coinvolto nell’omicidio di Angelo Vassallo, sceglie il silenzio davanti al giudice per le indagini preliminari.
Il colonnello Fabio Cagnazzo, arrestato nell’ambito delle indagini sull'omicidio del sindaco e pescatore Angelo Vassallo, ha deciso di non rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari (GIP), evitando di rilasciare dichiarazioni spontanee. La sua scelta di restare in silenzio giunge in un momento cruciale dell'inchiesta, che sta cercando di fare chiarezza su uno dei crimini più eclatanti della recente storia italiana.
L’arresto e le accuse
Cagnazzo è accusato di omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso, un crimine che avrebbe avuto come obiettivo il nascondere un traffico di droga tra Napoli e Acciaroli. Insieme a lui sono indagati anche l'ex brigadiere Lazzaro Cioffi, il collaboratore di giustizia Romolo Ridosso e l’imprenditore Giuseppe Cipriano. L'omicidio del sindaco Vassallo, avvenuto nel 2010, è stato ritenuto parte di un più ampio piano criminale legato agli interessi mafiosi, e la sua morte aveva suscitato forte indignazione nella comunità locale e nazionale.
Le condizioni di salute di Cagnazzo
Attualmente, Cagnazzo si trova ricoverato presso l'ospedale militare per motivi di salute. La sua condizione fisica non gli ha impedito di essere interrogato dal GIP, ma l’ufficiale ha preferito non rispondere alle domande riguardo le accuse mosse contro di lui. Nonostante il suo silenzio, la difesa ha garantito che l’imputato sarà assistito dal suo avvocato, il quale ha già annunciato la volontà di presentare un ricorso al Tribunale del Riesame.
Il ricorso al Tribunale del Riesame
L'avvocato di Cagnazzo ha rivelato che dopo aver esaminato le oltre 78mila pagine di atti legati al caso, verrà presentato un ricorso per chiedere la revisione della misura cautelare nei confronti del colonnello. Il difensore ha dichiarato di voler contestare l’arresto e spera in una decisione favorevole che potrebbe portare alla scarcerazione o a una modifica delle condizioni di detenzione.
Le implicazioni dell’accusa
L'accusa di omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso è di estrema gravità. L’omicidio di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica e conosciuto come “il sindaco pescatore” per la sua lotta contro l’illegalità, ha rappresentato un duro colpo alla lotta contro le mafie e la criminalità organizzata. La sua morte, avvenuta mentre Vassallo era in macchina, è stata seguita da anni di indagini, ma è solo ora che emergono nuovi dettagli, grazie alla collaborazione di diversi attori coinvolti nel caso.
Il contesto del traffico di droga
Secondo gli inquirenti, l'omicidio di Vassallo sarebbe stato motivato dal tentativo di coprire un traffico di droga tra la città di Napoli e Acciaroli. Le indagini hanno rivelato legami tra alcuni dei presunti responsabili dell’omicidio e ambienti malavitosi della zona, con l’obiettivo di mantenere sotto controllo il traffico illecito. La morte del sindaco avrebbe quindi segnato una tappa in un piano più ampio volto a proteggere interessi economici illeciti.
La reazione della comunità
La notizia dell'arresto di Cagnazzo ha suscitato emozioni contrastanti nella comunità di Pollica e tra i familiari di Angelo Vassallo. Da un lato, la speranza che finalmente si possa fare giustizia per la morte del sindaco, dall'altro il dolore per la gravità delle accuse mosse contro una figura di rilievo delle forze armate.
La fase delle indagini
Le indagini proseguono, e la decisione di Cagnazzo di non rispondere al GIP potrebbe avere un impatto sulle prossime mosse dell'inchiesta. Gli inquirenti continuano a lavorare per raccogliere ulteriori prove e testimonianze, mentre la difesa degli accusati prepara le proprie contromosse legali.