nicola gratteri

La Camorra si sta rigenerando, con un preoccupante abbassamento dell’età media tra coloro che commettono reati. È quanto emerge dall’audizione di Nicola Gratteri, procuratore capo di Napoli, davanti alla Commissione Antimafia. “L’età di chi compie crimini, anche di stampo camorristico, sta diminuendo, e così quella dei vertici delle organizzazioni,” ha dichiarato Gratteri, evidenziando come i giovanissimi siano sempre più coinvolti nella spirale di violenza.

Negli ultimi mesi, Napoli ha assistito a una serie di omicidi tra adolescenti. Tra le vittime recenti: Arcangelo Correra, 18 anni, ucciso forse accidentalmente da un coetaneo, e Santo Romano, 17 anni, assassinato a San Sebastiano al Vesuvio. Gratteri ha sottolineato come sia ormai “quasi una moda” per i giovani portare coltelli a scuola, sintomo di una crescente normalizzazione della violenza.

La proposta: unificare le indagini

Di fronte a questo scenario, Gratteri ha suggerito un cambio nelle modalità investigative. “Se i minori sono sempre più coinvolti in reati di camorra, le indagini dovrebbero essere condotte dalla Procura Distrettuale Antimafia anziché da quella dei minori,” ha proposto, citando le difficoltà strutturali della seconda, come la mancanza di risorse adeguate, inclusa una sala per le intercettazioni.

La Camorra e il dark web

Una delle maggiori preoccupazioni sollevate da Gratteri riguarda la sofisticazione tecnologica della criminalità organizzata. “Non mi aspettavo un livello così avanzato a Napoli,” ha ammesso, spiegando come la Camorra utilizzi il dark web per traffici illeciti, inclusi acquisti di cocaina su vasta scala. “Abbiamo bisogno di più personale specializzato e ingegneri informatici per contrastare questa nuova frontiera del crimine.”

Intercettazioni: uno strumento cruciale

Nonostante le critiche ricevute dal ministro Nordio, Gratteri ha difeso l’uso delle intercettazioni, definendole “un affare” per lo Stato. “Ogni euro speso per intercettazioni produce enormi ritorni in sequestri di beni e denaro,” ha detto. A Napoli, ha aggiunto, “abbiamo speso 5 milioni per intercettazioni, sequestrando beni per un valore di quasi 600 milioni.”

Critiche al sistema giudiziario

Gratteri ha lanciato un appello contro la carenza di magistrati e dipendenti amministrativi. “A Napoli siamo in piena guerra. Il Csm non può trattare questa città come altre realtà più tranquille,” ha affermato, lamentando che l’ufficio del Gip sia sottodimensionato rispetto alle esigenze. Il magistrato ha anche criticato la riduzione di strumenti informativi per i giornalisti, considerandola “un’involuzione democratica.”

La gestione delle carceri

Il procuratore ha denunciato problematiche legate al regime di 41bis e al sovraffollamento carcerario, sostenendo la necessità di costruire nuove strutture specifiche per detenuti di massima sicurezza. “Molti capimafia sono detenuti troppo vicino alle loro aree d’influenza,” ha spiegato, citando il caso di Secondigliano, dove i telefonini vengono introdotti con droni. Gratteri ha proposto l’uso di jammer per bloccare le comunicazioni illecite, una soluzione che tuttavia non è stata accolta a causa di presunti rischi per la salute.

Un quadro allarmante

L’audizione di Gratteri dipinge un quadro complesso e inquietante della lotta alla Camorra. Tra violenza giovanile, criminalità tecnologica e difficoltà strutturali del sistema giudiziario, il procuratore ha messo in evidenza la necessità di interventi urgenti e mirati per contenere un fenomeno che continua a evolversi, minacciando la stabilità e la sicurezza del territorio.

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