L’ex vigilessa Laura Ziliani stordita dai farmaci, secondo quanto stabilito l’esame tossicologico. Ma non uccisa dal composto di benzodiazepine trovato nel suo corpo. Chi indaga è convinto che l’ex vigilessa bresciana, vedova dal 2012 quando il marito venne travolto da una valanga, sia stata soffocata con un cuscino mentre dormiva sotto effetto di ansiolitici. Quei farmaci ritenuti «potenzialmente idonei a compromettere le capacità di difesa». Accusati dell’omicidio sono Mirto Milani, 27 anni, fidanzato della maggiore, e le figlie Silvia e Paola Zani, rispettivamente 27 e 19 anni. Ora bisogna vedere quali elementi sul cadavere, a distanza di 140 giorni dal decesso, possono ancora essere trovati a sostegno della tesi del soffocamento non violento visto che sul corpo della 55enne non sono stati trovati segni di violenza e nemmeno fratture. L’ipotesi è che Laura Ziliani sia stata uccisa in casa a Temù in via Ballardini e poi portata in luogo diverso da quello del ritrovamento. A proposito dell’abitazione di Temù, quattro piani di palazzina posti sotto sequestro a giugno, l’agenzia di stampa Ansa fa sapere che sul tavolo della sala da pranzo della zona dove viveva Laura nel fine settimana e le due figlie e il fidanzato della maggiore durante la settimana, sia stato trovato un foglio scritto a mano dopo la scomparsa dell’ex vigilessa. Un elenco dettagliato con tutti i possibili interventi, stanza per stanza, per trasformare con «9mila euro», la palazzina in un bed and breakfast. Un progetto che fino a quando Ziliani è rimasta in vita ha provato a rimandare. Il particolare che si inserisce nel movente economico individuato dalla Procura di Brescia e dai carabinieri. Fonte: Open Attiva le notifiche su 41esimoparallelo.it Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo Seguici sul nostro canale Youtube 41esimoparallelo

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