Silvio Berlusconi, aperto il testamento davanti ai testimoni
Il testamento di Silvio Berlusconi è stato aperto nello studio del notaio Roveda alla presenza di due testimoni. Ovvero l'avvocato Luca Fossati, rappresentante dei figli Marina e Pier Silvio, e l'avvocato Carlo Rimini, rappresentante dei figli di secondo letto, Barbara, Eleonora e Luigi. Si è appreso che gli eredi hanno partecipato alla lettura del testamento tramite collegamento.
Oltre alle ultime volontà riguardanti il notevole patrimonio immobiliare, si è particolarmente interessati alle indicazioni riguardanti l'eredità politica del fondatore di Forza Italia e al lascito all'ultima compagna, la deputata Marta Fascina. Tuttavia, l'attenzione si concentra soprattutto sulle modifiche che verranno apportate all'impero economico da lui creato.
È probabile che i dettagli saranno resi noti solo una volta che il testamento sarà depositato ufficialmente. Tuttavia, si è appreso che potrebbe essere diffuso un comunicato stampa da parte di Fininvest già domani, al termine delle sessioni di mercato finanziario.
Silvio Berlusconi deteneva poco più del 61% di Fininvest tramite le Holding Italiana Prima, Seconda, Terza e Ottava. Questi a loro volta possiedono oltre il 53% di Mondadori, circa il 50% di Mfe-MediaForEurope e il 30% di Banca Mediolanum. Il restante 40% circa è suddiviso tra i suoi 5 figli.
Marina possiede il 7,65% di Fininvest tramite Holding Italiana Quarta, Pier Silvio detiene il 7,65% tramite Holding Italiana Quinta. Un altro 21% è all'interno di H14, una holding pariteticamente partecipata dai 3 figli avuti con Veronica Lario.
Il 40% della quota detenuta dal fondatore di Fininvest deve essere equamente ripartito tra i figli in base al diritto successorio, quindi ognuno riceverà l'8%. Di conseguenza, Silvio Berlusconi aveva il pieno controllo solo sul restante 20% della società, una quota fondamentale per bilanciare i poteri tra i due rami familiari.
Da un lato Marina e Pier Silvio, entrambi con ruoli strategici e di comando in Mfe, Mondadori e Fininvest, e dall'altro Barbara, Eleonora e Luigi.
Considerando solo la distribuzione del 40%, i primi due figli deterranno congiuntamente il 32% di Fininvest, mentre i figli avuti con Lario possederanno il 46%. Pertanto, secondo le ipotesi formulate finora, è possibile che il Cavaliere abbia disposto una ridistribuzione della quota del 20%. Questo in modo da bilanciare il peso tra le due componenti familiari.
Al fine di garantire la continuità aziendale, come dichiarato ufficialmente da Fininvest subito dopo la morte di Berlusconi e ribadito dallo storico amico Fedele Confalonieri, non ci saranno "ripercussioni" o "sorprese" dal testamento.
Si è già ipotizzato l'esistenza di un accordo, una specie di Patto parasociale tra gli eredi, all'insegna della garanzia proprio della continuità del business di famiglia. Non è escluso, tuttavia, che il fondatore dell'impero abbia 'spostato' il proprio pacchetto in modo che il controllo di Fininvest vada a Marina e Pier Silvio. Loro due hanno gestito quotidianamente le imprese della famiglia Berlusconi sin da quando il 'Cav' scese in campo con Forza Italia.