ADDIO BARBARA MATTIELLO. Una folla commossa rende omaggio a una donna che ha dedicato la sua vita alla famiglia e al lavoro. La chiesa, riempita di amici, parenti e colleghi, ha celebrato il funerale di Barbara Mattiello, una donna che ha trovato gioia nella palestra fino a quando la salute le ha voltato le spalle.

Il cuore di Barbara, 56 anni, ha smesso di battere dopo sei mesi di agonia. Ieri, presso la chiesa dello Spirito Santo, si sono tenuti i funerali alla presenza del marito Massimo Colzera, dei figli Tommaso, 18 anni, e Riccardo, 24 anni, della madre Emanuela e del fratello Roberto.

Le parole del marito

"La mia moglie", ha detto il marito ieri, "era un fiore fino al 24 dicembre scorso. Andava al lavoro e in palestra. Il giorno di Santo Stefano ha iniziato a soffrire di mal di testa insolito, il che ci ha spinti a recarci al pronto soccorso. La diagnosi è stata drammatica: Barbara aveva un tumore. La malattia è partita dai polmoni, ma si è diffusa rapidamente in tutti gli organi. Era allergica alla chemioterapia, il che ha reso gli ultimi sei mesi un calvario. Solo io so quanto ha sofferto. Era disperata perché non poteva lavorare e non poteva più essere d'aiuto in casa".

Nella sua descrizione di sua moglie, Massimo, proprietario insieme al fratello del rinomato ristorante "Vecchia Padova", l'ha dipinta come una donna solare, sempre pronta ad aiutare gli altri. Viveva per il lavoro e per la famiglia. Lavorava in un'agenzia di pubbliche relazioni, un lavoro che le dava grande soddisfazione e le permetteva di entrare in contatto con molte persone. Una volta a casa, il suo mondo era la famiglia.

Chi era Barbara Mattiello

"Barbara era una donna di altri tempi. Lontana dai social media, ha sacrificato tutto per garantire il meglio ai nostri figli. Siamo sposati da 30 anni e quello che sto provando in questo momento è un vuoto senza pari. Non meritava di soffrire così tanto. Il nostro figlio maggiore, Riccardo, sta studiando medicina e mi ha detto che vuole specializzarsi proprio in oncologia".

La vita di Barbara è stata una salita fin dai primi anni. Appena suo padre si ammalò e morì, lei dovette rinunciare al suo sogno di frequentare l'università per lavorare e mantenere la famiglia. Ha sempre lottato con tutte le sue forze per essere indipendente e apprezzata. Aveva una grande dignità che non l'ha mai abbandonata nemmeno nei momenti più difficili e tragici della malattia.

Barbara, che lavorava presso la Stanga in via Turazza, viveva con la sua famiglia nel quartiere residenziale Forcellini. Aveva ancora molta voglia di vivere, ma da Santo Stefano dell'anno scorso è stato un tormento. Ogni giorno che passava, perdeva le forze e alla fine il suo corpo, reso fragile dalla malattia, ha ceduto.

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