ROMA. E' morto Emiliano Pompei, 21enne di Roma. Un tragico incidente avvenuto all’alba di domenica su via di Tor Tre Teste gli ha spezzato la vita.
«Non ci posso credere, un altro di noi morto in un incidente» dicevano ieri gli amici che neanche poco più di un mese hanno dovuto dire addio a
Simone Sperduti, travolto a 19 anni da un’auto guidata da un poliziotto che era sotto effetto di alcol e droga. Emiliano e Simone, infatti, si conoscevano, avevano frequentato la stessa scuola. E ora un altro dramma nella stessa comitiva di Centocelle, un’altra morte per uno schianto sulle strade romane.
L'incidente a Roma
Lo schianto dopo l’incrocio con via Rolando Lanari alle 4,30: sul posto gli agenti della Polizia Locale di Roma Capitale del Gruppi Casilino che indagano sull’incidente. A essere coinvolte sono state due auto: una Toyota Rav 4 e una Honda Civic.
A bordo della Honda Civic c’erano Emiliano e la coppia amica, un ragazzo di 24 anni e una giovane di 21, entrambi rimasti feriti. Il ragazzo è stato portato in codice rosso al Policlinico Casilino, la ventunenne al Policlinico Tor Vergata ed è in prognosi riservata. Emiliano è stato sbalzato fuori dalla vettura e per lui non c’è stato nulla da fare.
A bordo della Toyota Rav 4 un uomo di 29 anni, portato in codice giallo all’ospedale San Giovanni, completamente sotto choc. Gli agenti stanno cercando di ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente.
Secondo le prime informazioni, è certo che lo schianto è stato violentissimo. Emiliano, che secondo i vigili non era alla guida ma era sul sedile posteriore, si è ritrovato fuori dalla vettura. I feriti a bordo della Honda Civic sono stati estratti dalle lamiere dai vigili del Fuoco.
Emiliano giocava nella Libertas Centocelle ed era un talento come centrocampista. "Era un mio giocatore - commenta affranto
Marco Compagucci, 58 anni, allenatore di Emiliano. Era un ottimo centocampista, un talento: con gli ex allievi anche se non giocano più con me da 10 anni sono rimasto in contatto, per me sono come figli». E ancora: «I suoi genitori non si perdevano una partita, una famiglia d’oro, Emiliano era sempre sorridente e un mese fa ci eravamo scambiati dei messaggi. Mi ha detto “ti voglio bene”: mi aveva raccontato che aveva lasciato il calcio per lavorare con il papà e un po’ me la presi perché era davvero bravo». Fonte: Il Mattino
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