titan

Nuove rivelazioni emergono dalla tragedia del sottomarino Titan, affondato il 18 giugno 2023, che causò la morte di cinque passeggeri, tra cui Shahzada Dawood e suo figlio Suleman. Oltre alla tragedia personale, la vicenda si complica con il giallo del testamento del magnate pakistano, che ha lasciato la moglie Christine con una somma irrisoria rispetto all’enorme patrimonio.

Il patrimonio e la morte di Shahzada Dawood

Shahzada Dawood, vicepresidente della Engro Corporation e della Dawood Hercules Corporation, era uno degli uomini più ricchi del Pakistan, con un patrimonio stimato in 340 milioni di euro e un fatturato familiare annuo di 1,3 miliardi di sterline. La sua morte, avvenuta insieme al figlio Suleman a bordo del Titan durante un’immersione per visitare il relitto del Titanic, ha lasciato un enorme vuoto e una controversa questione ereditaria.

Dopo la sua morte, è emerso che il testamento di Dawood non era valido nel Regno Unito, lasciando la moglie Christine con meno di 100mila sterline rispetto al vasto patrimonio familiare. La maggior parte dell’eredità è rimasta in Pakistan, dove Dawood era domiciliato. La situazione ha suscitato scalpore, evidenziando i limiti legali per chi possiede beni distribuiti in più paesi.

Le parole della moglie Christine

Christine, che vive nel Surrey con la figlia Alina, ha raccontato il momento devastante in cui ha saputo della morte del marito e del figlio: «Quando abbiamo saputo che avevano trovato i detriti e che non c’erano sopravvissuti, ci siamo sedute sul ponte della nave, piangendo. Non abbiamo una tomba per loro, ma ogni volta che guardo l’oceano, sento di connettermi con loro».

Il 18 giugno 2023, il Titan perse i contatti con la superficie durante un’immersione. Successive indagini hanno confermato che il sommergibile subì un’implosione mentre si avvicinava al relitto del Titanic. La tragedia ha sollevato critiche sulla sicurezza del Titan, costruito con materiali non adeguati per immersioni frequenti e gestito tramite un controller per videogame.

Critiche a OceanGate

La società OceanGate e il suo CEO, Stockton Rush, anch’egli vittima della tragedia, sono stati duramente criticati per la mancanza di controlli di sicurezza e per l’approccio negligente nella gestione del sommergibile. La struttura del Titan era progettata per immersioni occasionali, ma l’uso frequente potrebbe aver compromesso la sua integrità strutturale.

Un'eredità complessa

Il caso di Shahzada Dawood solleva importanti questioni legali e morali sull’eredità e sulla gestione patrimoniale globale. La difficoltà di far valere un testamento tra giurisdizioni diverse evidenzia l'importanza di una pianificazione adeguata per evitare simili situazioni in futuro.

La tragedia del Titan non è solo una storia di vite spezzate, ma anche di complessità legali e gestionali. Mentre la famiglia Dawood cerca conforto nel ricordo di Shahzada e Suleman, il caso dell’eredità rimane un monito per chi possiede patrimoni distribuiti in diversi paesi. La vicenda continua a destare interesse, intrecciando dolore personale e sfide legali in un contesto di proporzioni globali.

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