Il Reddito di Cittadinanza, misura introdotta e difesa a più riprese dal Movimento 5 Stelle, è destinato a cambiare. Il centrodestra, infatti, si è mostrato critico nei confronti del sussidio: anche senza volerlo abolire, la coalizione di Governo ha fatto sapere di voler riformare lo strumento. Come sarà riformato, nel dettaglio, non è stato ancora comunicato, anche se da Palazzo Chigi sono già filtrate indiscrezioni importanti. Una cosa pare abbastanza certa: dopo la riforma il Reddito di Cittadinanza andrà solo a chi non è in grado di lavorare. Sarà limitata, così, la platea dei beneficiari. Secondo una nota dell’Anpal dei primi di ottobre, i beneficiari del Reddito di Cittadinanza indirizzati ai servizi per il lavoro sono più di 900mila. Da questa cifra vanno tolti i soggetti che risultano già occupati e quelli esonerati, esclusi o rinviati ai servizi sociali. Rimangono, come riporta Corriere.it, i 660mila tenuti alla sottoscrizione del patto per il lavoro. PERCHÉ CENTINAIA DI MIGLIAIA DI PERSONE RISCHIANO DI PERDERE IL REDDITO DI CITTADINANZA Proprio questi 660mila soggetti rischiano, dopo la riforma, di perdere il Reddito di Cittadinanza. Come si legge nella nota dell’Anpal, di questi 660mila soggetti ben 480mila non hanno avuto un contratto di lavoro subordinato o para-subordinato negli ultimi tre anni. Di questi soggetti il 70,8% ha conseguito al massimo il titolo della scuola secondaria inferiore e, anche per questo motivo, trovare uno sbocco professionale non è scontato né immediato. Fonte: Centro Meteo Italiano [sv slug="seguici"]

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