margaret spada
Margaret Spada

La morte di Margaret Spada, la 22enne romana deceduta durante un intervento di rinoplastica presso uno studio medico della Capitale, continua a far discutere. La giovane, sottoposta a un intervento estetico, ha perso la vita a causa di un gravissimo edema cerebrale che si è sviluppato durante l'operazione. Una nuova relazione dell'Asl, che ricostruisce il percorso clinico-assistenziale della ragazza, aggiunge un ulteriore tassello alla tragedia, rivelando che la rianimazione cardiopolmonare non sarebbe stata effettuata prontamente, prima dell'arrivo dei soccorsi del 118.

La rianimazione mancata

Secondo la relazione dell'Asl, l'edema cerebrale riscontrato e l'esame neurologico di Margaret erano incompatibili con una corretta e tempestiva rianimazione cardiopolmonare. Questo indica che, prima dell'intervento dei soccorsi, la giovane non sarebbe stata sottoposta alle necessarie manovre di rianimazione, un dettaglio cruciale che potrebbe aver contribuito al peggioramento del suo quadro clinico.

La relazione evidenzia anche che quando Margaret è arrivata al pronto soccorso dell'ospedale Sant'Eugenio, i medici hanno eseguito una tomografia computerizzata (TC) dell'encefalo e del torace, e un esame neurologico che ha mostrato un quadro incompatibile con quanto era stato riferito inizialmente. La TC ha rivelato un grave edema cerebrale, che ha portato i medici a decidere per l'adozione di una terapia con ipotermia terapeutica, necessaria per cercare di contrastare l'infiammazione cerebrale e limitare i danni.

Le complicazioni e la polmonite ab ingestis

Oltre all’edema cerebrale, le indagini hanno evidenziato altre problematiche cliniche. La TC ha documentato anche la presenza di una polmonite ab ingestis, una grave infezione polmonare causata dall'inalazione di materiale alimentare, che ha richiesto interventi immediati per rimuovere il materiale dai bronchi secondari e terziari tramite una toilette broncoscopica. Questo trattamento si è svolto in Terapia Intensiva, ma nonostante gli interventi, le condizioni di Margaret non sono migliorate, e la giovane è deceduta poco dopo.

Il panino prima dell'intervento

Un altro elemento che emerge dalle indagini è che Margaret avrebbe mangiato un panino prima dell'intervento, nonostante le linee guida standard per interventi di chirurgia generale suggeriscano di non mangiare nelle ore precedenti un'operazione. La giovane non avrebbe ricevuto alcuna indicazione in merito, e questo potrebbe aver contribuito alla grave complicazione della polmonite ab ingestis, un fattore che ha complicato ulteriormente il suo già grave stato di salute.

La questione della chiusura del centro medico

Intanto, emerge un altro dettaglio inquietante legato al centro in cui Margaret ha subito l'intervento: il centro di chirurgia estetica che l'ha trattata era stato chiuso nel 2009 a causa di una serie di irregolarità. La struttura era stata segnalata anche tramite una denuncia anonima. Sebbene non vi siano ancora collegamenti diretti tra le pratiche del centro e la morte della giovane, la situazione solleva interrogativi sulla sicurezza e la qualità dei servizi offerti da alcune strutture mediche private.

Le indagini in corso

Le autorità competenti stanno proseguendo con le indagini per chiarire le circostanze della morte di Margaret Spada. L'autopsia, che sarà eseguita prossimamente, dovrebbe fornire ulteriori dettagli sulla causa del decesso e sulle possibili responsabilità dei medici e del centro estetico coinvolto. La relazione dell'Asl ha aperto la strada a nuove domande e a una possibile revisione delle pratiche mediche seguite, soprattutto per quanto riguarda la gestione dell'emergenza e la tempestività dei soccorsi.

Un tragico errore?

La morte di Margaret Spada solleva dubbi e preoccupazioni sul sistema sanitario e sulla sicurezza degli interventi chirurgici, soprattutto quando si tratta di operazioni estetiche. Se la mancata rianimazione tempestiva e le complicazioni successive hanno contribuito alla tragedia, la vicenda potrebbe avere ripercussioni importanti per il settore. Nel frattempo, la famiglia della giovane continua a chiedere giustizia per una morte che potrebbe essere stata evitata, sollevando una questione più ampia sulla vigilanza e sulle regolamentazioni dei centri di chirurgia estetica.

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