Conte non ha dubbi: "La Campania è zona gialla e non torno indietro”. E' quanto emerge dopo una lunga e articolata intervista al Corriere della Sera con la quale il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha fatto il punto sulle ultime scelte del governo.
Conte - Sulla suddivisione del Paese
In tre fasce di rischio Conte ha spiegato: “Sono sei mesi che l’ISS sta sperimentando, insieme alle Regioni, questo meccanismo di monitoraggio.
Le Regioni lo alimentano con i dati inviati periodicamente e ne certificano i risultati attraverso i loro rappresentanti che fanno parte della cabina di regia”.
Conte - Aumento morti e contagi
Sull’aumentare dei morti (ieri 446) e dei contagi (ieri 37809) a fronte delle misure già introdotte dall’esecutivo, Conte risponde: “Questo treno sta correndo sempre più veloce e dobbiamo assolutamente fermarlo.
È per questa la ragione che abbiamo introdotto via via dei “riduttori di velocità” con i primi Dpcm. Quando si obietta che la mascherina obbligatoria all’aperto e al chiuso non ha sortito effetti, rispondo che i contagiati, i decessi, i malati in terapia intensiva senza quest’obbligo sarebbero stati molti di più“.
Conte - Il passaggio sulla Campania
All’intervistatore che chiede se sia possibile tornare indietro sulla scelta della Campania come zona gialla e che sottolinea come alcuni lamentino il fatto che le decisioni siano state prese “sulla base di dati vecchi e incompleti”
Il Premier risponde:
“No, su questo non torniamo indietro. L’alternativa a questo sistema è chiudere ancora una volta il Paese con danni enormi per tutti. In questo caso mal comune non sarebbe mezzo gaudio, ma disastro per tutti”. (Ansa)
Conte: "Campania zona gialla” - I palleggi tra Governo e De Luca
Nel consueto appuntamento del venerdì il presidente della Regione fa il punto su tutto e chiarisce le idee sugli eventuali dubbi, ma soprattutto su chi in un certo senso si è “azzardato” a contestarlo.
Nuova ordinanza – La raccomandazione dello sceriffo
“Chiedo ai cittadini di comportarsi come se ci fosse il lockdown, anche se non c’è. Vi chiedo di comportarvi come se avessero deciso di chiudere tutto, diamo noi prova di autodisciplina”. Lo ha detto il presidente della giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca, in diretta Facebook.
“Abbiamo già fatto meravigliare l’Italia per la tenuta a marzo, diamo anche oggi prova di senso di responsabilità. Se saremo rigorosi nei comportamenti vinceremo questa battaglia”.
Il governatore campano De Luca ha ribadito anche il suo appello
“Ai sindaci dei Comuni più grandi perché lavorino per ridurre la mobilità del 50%, ricordo ai cittadini se ognuno fa il proprio comodo avremo da soffrire. Ho visto che il sindaco di Salerno si predispone a chiudere il lungomare e le aree di maggiore assembramento. Possiamo chiedere un sacrificio, che non mi pare enorme, per un mese di non andare a passeggio inutilmente”.
De Luca è tornato a chiedere controlli alle forze dell’ordine:
“Chiedo alle forze ordine – ha detto – di essere rigorosi nei controlli di chi è senza mascherina e di chi va in giro dopo le 22.
Nuova ordinanza – La diretta
Non sono poi mancate ovviamente le critiche e le offese al primo cittadino napoletano Luigi De Magistris. Senza alcun pelo sulla lingua lo sceeriffo lo definisce “imbecille” dinnanzi a un publico alquanto cospicuo, che immancabilmente fa registrare al governatore, ogni venerdì, il tutto esaurito.
Stangate per tutti
Da De Magistris al governo centrale, a Conte e anche agli stessi cittadini, i più indisciplinati e birbantelli. Resta di fatto che a quanto pare non vi è alcun dubbio che a Napoli e in Campania c’era bisogno di un lockdown.
Ne è convinto anche il virologo Ricciardi che nella mattinata di ieri, durante un’intervista in radio, a domanda precisa sulla situazione campana, ha risposto con un secco: “Ci vuole il lockdown”.
Della stessa opinione sembrano essere i vari primi cittadini campani. Infatti, anche chi a parole sembra opporsi, di fatto poi non solo obbedisce, come è giusto e ovvio che sia, a quelle che sono le regole nazionali e quelle regionali, ma in propria autonomia, come gli è concesso dalla legge, adotta restrizioni anche maggiori decidendo di auto-chiudersi.
Nuova ordinanza – Ambigua resta invece la posizione del sindaco di Napoli, De Magistris
Circa una settimana fa, in diretta radiofonica, lancia la bomba del lockdown e si dice pronto a incontrare De Luca. Qualche giorno più tardi ritratta. Poi azzarda di nuovo parlando di situazione catastrofica nel momento in cui la Campania viene decretata zona gialla e accusa la Regione di aver in qualche modo contraffatto i dati perchè i “conti non tornano”.
Ma il balletto del primo cittadino napoletano non finisce qua
Prima della diretta di De Luca, sembra quasi invocare il lockdown attraverso parole meno forti come “ci vogliono misure più restrittive, rischiamo il collasso”. Però poi si rifiuta di chiudere il lungomare come da “raccomandazione” dello sceriffo.
Insomma la verità e ciò che appare anche agli occhi del cittadino meno attento politicamente è una soltanto: tutti sanno che l’unica soluzione è il lockdown (compreso Conte e non solo a livello locale, regionale, ma forse nazionale considerando l’altra dichiarazione di Ricciardi ieri che senza mezzi termini afferma “gli ospedali di tutta Italia sono al collasso”), ma nessuno ha avuto ed ha il CORAGGIO di impugnare la penna e scrivere nero su bianco “SI CHIUDE”.
E certo forse la preoccupazione maggiore non è quella di un popolo in rivolta come abbiamo assistito le scorse settimane, ma del fatto che, sarebbe la fine dell’Italia, perchè non ci sono soldi per sostenere i cittadini.
Altro che bonus a destra e manca. Ecco perchè molto probabilmente, lo sceriffo salernitano, dopo aver dichiarato pubblicamente, qualche settimana fa il “chiudo tutto” anticipando le varie riunioni in fase di nuovo Dpcm, si è visto costretto a fare un passo in dietro. Costretto dallo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella che è intervenuto in merito.
Da quella telefonata De Luca fa dietro front: “nessun lockdown” in Campania, ma esorta in continuazione il governo a intervenire in tal senso e a livello nazionale, in modo da doversi assumere la responsabilità economica campana.
Non a caso lo sceriffo ha richiesto al governo congedi parentali e sostegni per le aziende.
E mentre i politici giocano allo “scaricabarile”, per dirla alla Pino Daniele, “nuje ce puzzamme e fiamme”. “Nuje”, il popolo, che sia Nord, che sia centro, che sia Sud. Ci sarà anche chi sta meno peggio, ma la situazione resta difficile per tutti.
(di Nunzia D'Aniello)
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