Maxi inchiesta per furto di dati, indagati anche Del Vecchio jr e Arpe
L’imprenditore Leonardo Maria Del Vecchio e il banchiere Matteo Arpe indagati per accesso illecito a sistemi informatici. L’inchiesta svela centinaia di violazioni.
L'indagine condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Milano e dalla Procura Nazionale Antimafia ha portato alla scoperta di un gruppo organizzato capace di accedere illegalmente ai dati riservati presenti nelle banche dati nazionali. Tra i nomi coinvolti spiccano quelli di Leonardo Maria Del Vecchio, figlio del fondatore di Luxottica, e del banchiere Matteo Arpe. Entrambi sono indagati per presunta complicità in accesso abusivo a sistemi informatici, accusa mossa dai pm Francesco De Tommasi e Antonello Ardituro, coordinati dai procuratori Marcello Viola e Gianni Melillo.
Un'operazione complessa e senza precedenti
L’inchiesta, partita nel 2022, ha portato a decine di perquisizioni in Italia e all’estero, svelando una rete criminale organizzata che operava per conto terzi, sottraendo e distribuendo informazioni riservate. A capo dell’operazione investigativa, il procuratore Viola ha sottolineato che l’obiettivo della rete sembra essere principalmente economico, senza connessioni dirette con ambienti politici. Il magistrato ha parlato di "prova provata" delle violazioni, confermata da numerose intercettazioni, sia telefoniche che telematiche.
La difesa di Del Vecchio
Leonardo Maria Del Vecchio, tramite la sua avvocata Maria Emanuela Mascalchi, ha chiarito in una nota che il suo assistito appare piuttosto come una vittima di questa complessa rete. Del Vecchio, infatti, sostiene di essere sereno rispetto agli sviluppi delle indagini e fiducioso di poter dimostrare la sua completa estraneità ai fatti.
Le conversazioni intercettate e i personaggi chiave
Gli atti dell’inchiesta riportano conversazioni intercettate tra Carmine Gallo e Nunzio Samuele Calamucci, principali sospettati. I due si vantavano di aver violato persino l’e-mail assegnata al Presidente della Repubblica, episodio che dimostra la vastità e la pericolosità del gruppo criminale. Inoltre, l’ordinanza del gip Fabrizio Filice evidenzia centinaia di accessi abusivi ai sistemi informatici, principalmente al Sistema di Indagine (Sdi), con l'aiuto di funzionari corrotti.
Le richieste e gli scopi delle violazioni
Nell’inchiesta è coinvolta anche la società Equalize, presieduta da Enrico Pazzali. Secondo le intercettazioni, Pazzali avrebbe richiesto specificamente a Gallo di ottenere accessi abusivi per acquisire dati e conversazioni di figure pubbliche, tra cui Giovanni Gorno Tempini e Paolo Scaroni. A ciò si aggiungono le richieste di accedere a dati sensibili di altre figure economiche di rilievo, evidenziando la centralità dell’economia e degli affari negli interessi illeciti dell’organizzazione.
Le parole del ministro Nordio
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha commentato la situazione, esprimendo preoccupazione per la rapidità con cui i criminali riescono a superare le difese informatiche. Secondo Nordio, è necessaria un'azione legislativa e tecnologica più avanzata per contrastare questi fenomeni, allineando la normativa vigente e le risorse digitali a disposizione dello Stato con le capacità sempre più sofisticate dei malintenzionati.