Strage di soldati in Siria: 29 morti
Drammatica escalation militare a Idlib, la regione del nord-ovest della Siria dove da settimane sono in corso duri scontri tra le forze governative appoggiate dalla Russia e le milizie ribelli sostenute dalla Turchia.
Un raid aereo che Ankara attribuisce all’esercito di Bashar al Assad ha provocato la morte di almeno 29 soldati turchi.
Ma il bilancio potrebbe rivelarsi molto più grave. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha convocato d’urgenza il Consiglio di sicurezza nazionale.
E mentre Ankara sferra un contrattacco contro «tutte le posizioni di Assad», fonti governative fanno sapere che la Turchia non intende bloccare più alle sue frontiere i rifugiati siriani che intendano recarsi in Europa.
Si tratterebbe di un’iniziativa presa come reazione al mancato sostegno che Ankara lamenta a Idlib, da dove un milione di persone sono fuggite verso il confine turco.
Il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu
Ha avuto nella serata di ieri un colloquio telefonico con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg per discutere delle possibili misure da prendere nel quadro dell’Alleanza, cui Ankara potrebbe ora chiedere il sostegno sul terreno. E anche gli Usa si muovono.
Il senatore repubblicano Lindsay Graham, influente sostenitore del presidente Donald Trump, ha chiesto un intervento immediato per garantire una no-fly zone nell’area degli scontri.
Ankara replica alla notizia dei soldati uccisi diffondendo un enorme bilancio di presunte vittime tra le forze di Assad.
L’esercito ha rivendicato di aver «neutralizzato» (cioè ucciso o ferito) in 17 giorni di scontri almeno 1.709 soldati delle truppe governative siriane.
In ballo in questa crisi c’è anche l’alleanza strategica tra Turchia e Russia. Proprio ieri si è concluso un nuovo round di colloqui tra i due Paesi in cerca di un accordo. Segnale questo di una distanza troppo forte per poter essere colmata nel solito faccia a faccia tra «amici».
(Corriere)
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