Nessun incontro
Doveva essere il giorno dell’incontro fra i maestri pastorai di San Gregorio Armeno e il leader leghista Matteo Salvini, è stato il giorno del gran rifiuto, dell’appuntamento mancato. Gli artigiani della strada dei presepi famosa nel mondo, hanno preferito non presentarsi all’hotel Paradiso dove li attendeva Salvini: non hanno voluto che qualcuno potesse lasciare il proprio marchio impresso su San Gregorio Armeno «che non ha niente a che spartire con la politica, né di sinistra né di destra ma attende risposte dalle istituzioni», spiega senza alzare i toni Gabriele Casillo, portavoce dei pastorai.
L’ASSEMBLEA
A meno di dodici ore dall’incontro, fissato per ieri sera alle 19, un gruppo di rappresentanti dei pastorai s’è dato appuntamento in una bottega di San Gregorio Armeno per decidere cosa fare. Sul tavolo della discussione da un lato gli attacchi subiti da parte degli anti-salviniani che consideravano una vergogna che i rappresentanti della strada simbolo della città di Napoli andassero a sedersi a un tavolo con il leader della Lega; dall’altro la necessità di chiarire con forza che il nome di San Gregorio Armeno non può essere legato a nessuna etichetta politica, perché quel luogo appartiene alla città e non può essere marchiato a fuoco da nessuno.
Il confronto è stato serrato.
Da una parte la fazione che sosteneva l’opportunità di sfruttare quell’incontro per comprenderne i motivi e, magari, avanzare qualche richiesta; dall’altra le parole di chi chiedeva di fermarsi a riflettere sulla genesi di questa vicenda e di capire che poteva nascondersi la possibilità di strumentalizzazione.
L’INVITO
«Innanzitutto dobbiamo chiarire che non siamo stati noi a chiedere un appuntamento a Salvini ma è stato il suo staff ad invitarci all’albergo di Posillipo sostenendo che l’ex ministro voleva conoscere le nostre difficoltà - Gabriele Casillo parla alla presenza di tutti gli altri - questa puntualizzazione è necessaria per spiegare a chi ci offende e ci attacca che noi non abbiamo chiesto di incontrare Salvini». Poi è giunto il momento delle decisioni e tutti, anche i maestri pastorai con idee vicine a quelle del mondo della Lega, hanno votato per l’annullamento dell’appuntamento: «La politica deve stare lontana da noi. Le Istituzioni invece dovrebbero starci vicine. Ma non le abbiamo viste...».
IL MESSAGGIO
Lo strappo con Salvini s’è manifestato tramite un comunicato diffuso pochi minuti prima dell’appuntamento. «L’Associazione degli artigiani e dei commercianti di via San Gregorio Armeno esprime una chiara e forte condanna alla registrata distorsione mediatica, in atto nei confronti della stessa, e relativa all’incontro chiesto dal senatore Matteo Salvini, leader e segretario della Lega.
Nel reiterare che l’Associazione è apolitica ed apartitica, ed ispirata alla sincera democraticità, l’incontro avrebbe visto la stessa, ad oggi ancora in attesa di un auspicato confronto con il presidente della Regione Campania, come uditrice e non attrice. La fastidiosa interferenza della spettacolarizzazione digitale, realizzata mediante “operazioni di remind”, ha generato un evidente gap tra realtà fenomenica e realtà percepita; il differenziale prodotto rende inopportuno l’incontro. Nel ringraziare i partiti politici tutti che, ad oggi, hanno mostrato particolare sensibilità e coinvolgimento nelle denunciate problematiche, attendiamo un meeting con il naturale e legittimo contradditore ovvero con gli organi istituzionali in carica».
LA SFERZATA
Insomma, dopo aver detto “no” a Salvini, i pastorai hanno un messaggio anche per De Luca che, spiegano, non ha voluto nemmeno ascoltarli: «Stiamo lontani dalla politica ma vogliamo avere ascolto dalle istituzioni, di qualunque colore esse siano. Ecco perché mentre rinunciamo all’incontro con Salvini diciamo che sarebbe opportuno un vertice con il governatore della Campania. In questo momento è l’unica istituzione in grado di darci sostegno e risposte. Lui sì che dovrebbe invitarci per ascoltare le nostre ragioni».(IlMattino)
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