La notizia di una nuova variante legata al virus, la variante Delta Plus, sta preoccupando ancora una volta il mondo. Sono già iniziate da parte degli esperti le indagini sulle sue caratteristiche. Alcuni casi di questa nuova mutazione dell'attuale virus sono stati ripresi in Russia, Stati Uniti, Danimarca, Germania, Israele e anche se pochi nel nostro Paese.

A farci sapere questi dati sulla variante delta plus è proprio la Oms, Organizzazione mondiale della sanità

La OMS ha acceso la miccia per questa variante, e si indaga insieme agli esperti statunitensi sui dati riportanti questi casi.

Si stima infatti che solo lo 0,05% dei casi in America è accreditato alla variante Delta Plus. A renderlo noto è la direttrice dei Cdc (Centers for diseases control, il centro per il controllo delle malattie), Rochelle Walensky, durante la riunione presso la Casa Bianca.

La stragrande maggioranza dei dati sulla variante è stata rilevata in Europa ed Europa-Est.

"È ben al di sotto dello 0,05% di tutti i virus da noi sequenziati, con meno di 10 casi riportati finora nella nostra banca dati", riferisce la direttrice. "Al momento non è ancora chiaro se la variante, che presenta due mutazioni sulla proteina Spike, dia o meno dei vantaggi al virus. E, stando ai Cdc, mancano prove che AY.4.2 (delta plus) influisca sull’efficacia degli attuali vaccini o terapie. L’Agenzia per la sicurezza sanitaria britannica lo scorso venerdì ha comunicato che il sottotipo si espande in Inghilterra aumentando la sua frequenza".

Parla poi Francois Balloux, direttore dello University College London Genetics Institute:

"Non c’è motivo di farsi prendere dal panico. Non è una situazione paragonabile alla comparsa della varianti Alfa e Delta, molto più trasmissibili di qualsiasi altro ceppo in circolazione al momento. potrebbe esserci un potenziale piccolo aumento di trasmissibilità, che non avrebbe però un impatto simile a quello delle altre due sulla pandemia".

La situazione in Italia

"A Brescia addirittura ne abbiamo visti due casi in una survey condotta a fine agosto, e molto probabilmente siamo stati i primi a individuarla. Ma da allora siamo a oltre 80 sequenze depositate a livello nazionale", ha annunciato Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv). "La maggior parte delle notifiche sono avvenute dalla metà di ottobre, ma questo dipende dal fatto che ora c’è la necessità di monitorarla. E cercando, naturalmente, si trova". Continua poi con un'importante dichiarazione: "Si tratta di una variante che ha pochissime mutazioni aggiuntive rispetto alla Delta. Rispetto alla delta attuale ha solo 3 amminoacidi mutati in più nella proteina Spike. Mutazioni che non appaiono neanche troppo interessanti dal punto di vista funzionale». Ciò significa che questa nuova mutazione del virus non sembra essere troppo spaventosa.
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