Pubblicità “occulta” a Belve, Tamberi: "Mi sento un Puma". La Fagnani: "Roba de sponsor"
Il campione olimpico del salto in alto risponde a Francesca Fagnani: il “Puma” e il dubbio degli sponsor
Un semplice animale o un sottile riferimento pubblicitario? Durante la puntata di Belve con ospite Gianmarco Tamberi, una risposta del campione ha scatenato il dibattito. Alla consueta domanda di Francesca Fagnani, "Che belva si sente?", Tamberi ha risposto con sicurezza: "Un Puma. Non mi chieda perché, non posso dirlo". La conduttrice, colta dall’ironia, ha aggiunto: "Roba de sponsor", ottenendo un sorriso complice dal campione.
La battuta, seppur leggera, ha sollevato sospetti tra gli spettatori, molti dei quali si sono chiesti se ci fosse un riferimento nascosto a uno sponsor legato al noto brand sportivo. Il momento, apparentemente innocente, è diventato rapidamente virale, dividendo l’opinione pubblica.
La carriera e la popolarità di Gianmarco Tamberi
Gianmarco Tamberi, noto come Gimbo, è uno dei più grandi campioni italiani del salto in alto. Classe 1992, ha conquistato l’oro olimpico a Tokyo 2020 e numerosi altri titoli, diventando un’icona sportiva nazionale. La sua personalità vivace e il look inconfondibile, come la barba rasata a metà durante le competizioni, lo hanno reso uno dei volti più riconoscibili dello sport italiano.
Tuttavia, la sua fama non si limita alle imprese sportive. Tamberi si è affermato anche come personaggio mediatico, partecipando a programmi televisivi e collaborando con importanti marchi. Il campione è spesso al centro dell’attenzione per il suo modo di vivere le emozioni senza filtri, come dimostrano le sue recenti dichiarazioni.
“Ho reso pop il salto in alto”
Nel corso dell’intervista a Belve, Tamberi ha rivendicato con orgoglio il suo ruolo nella diffusione della sua disciplina: “Chi guarda la gara vede solo un ragazzo con una pressione quotidiana che non capisce. Tutto quello che faccio è un modo per alimentarmi. Sono un ragazzo genuino, vivo le emozioni a pieno. Chi mi ama, mi ama per questo. Chi mi odia, mi odia per lo stesso motivo.”
Il campione ha inoltre riflettuto sul rapporto tra popolarità e invidia: “Ho ricevuto molta più notorietà rispetto al lavoro che faccio, e questo può infastidire. Se vedo un atleta che arriva undicesimo e io ho una medaglia, capisco il fastidio. Penso di essere invidiato per questo.”
“Non amo quello che faccio”
Una delle rivelazioni più sorprendenti riguarda il suo rapporto con lo sport: “Non ho mai amato il salto in alto. Preferivo il basket. Fare quello che ami fa la differenza, ma alla fine ho trovato il modo di riuscirci.”
Tamberi ha confessato che il suo successo non ha cancellato i momenti di difficoltà e la mancanza di una passione innata per la disciplina: “Mi sono rasato a metà per mettermi con le spalle al muro. Se vinci, sei un pagliaccio che ha vinto. Se perdi, sei solo un pagliaccio. Fa male, ma ho imparato a convivere con questa pressione.”
Il rapporto irrecuperabile con il padre
Tra i temi più toccanti affrontati da Tamberi, il rapporto con il padre e allenatore, deterioratosi dopo una gara nel 2020: “Dopo quella gara, c’è stato un dibattito molto pesante. Ho capito che il rapporto era irrecuperabile. Ho conosciuto la famiglia di mia moglie e ho visto l’amore che c’è in una famiglia. Mio padre è una brava persona, ma mi sono sentito deluso come figlio.”
Tamberi ha poi raccontato la difficile decisione di sostituire il padre come allenatore: “Non l’ha presa bene, ma il nostro rapporto in allenamento era diventato insostenibile. Dopo l’oro olimpico, ho cercato di convincerlo a continuare, ma non eravamo più compatibili.”
Guardando avanti, il campione non esclude un ritiro: “Sto pensando se smettere o continuare. A 36 anni, saltare come faccio ora è un’incognita. Voglio prendermi il tempo per decidere.”