CAMORRA. Iniziata ieri la trattativa dopo la volontà di Raffaele Imperiale di collaborare con la giustizia, si è dato al via oggi ai primi verbali.

Alleanze trasversali, conversazioni criptate, e il riciclo dei milioni di euro che ogni mese incassava quale unico referente europeo per il traffico di sostanze stupefacenti. Soldi che erano investiti in beni durevoli, soprattutto lingotti di oro e immobili.

Ecco i primi verbali di Raffaele Imperiale, detto 'Lelluccio Ferrarella'

Il boss dei Van Gogh che ha deciso a fine ottobre di collaborare con la giustizia. Ieri, come riportato dall'Agenzia Agi, i sostituti procuratori di Napoli De Marco, Caputo e Giugliano hanno depositato sei verbali, quattro contenenti i racconti di inizio collaborazione con la giustizia di Imperiale, uno quelle del suo socio Bruno Carbone.

Il 22 novembre Carbone dice: "Raffaele Imperiale insieme a me era il capo. Il nickname della persona cui a Napoli consegnavamo i soldi e' "il Bello" e dopo che questi fu arrestato c'era un altro soggetto di cui ora non ricordo il nome. Genovese ha operato per noi dal 2019 per circa due anni".

Quanto ai rapporti con Raffaele Imperiale

"Ho cominciato a lavorare con lui verso fine 2014, inizio 2015. Prima che dall'Olanda mi trasferissi a Dubai. Col tempo sono entrato in societa' con lui. Io ero socio al 25%, con un altro 25% si pagavano le spese e il restante 50% era di Imperiale".

E ancora gli affari in tutto il mondo:

"Con Giovanni Fontana abbiamo fatto un lavoro in Australia, di 600 pacchi, organizzato da Raffaele Imperiale con un socio australiano, Mark, e un socio olandese, Hanas Zamouri, che e' stato sequestrato in Siria con me. Gli australiani ci dissero che il carico di droga era stato sequestrato, ma non abbiamo nessuna prova, ne' alcuna notizia sulle fonti aperte. La merce era stata portata da noi dall'Olanda, erano 200 chili nostri e 400 chili degli australiani".

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