Giuseppe Conte vuole ancora spettare, almeno altri 15 giorni, per verificare l’efficacia delle misure contenute nell’ultimo Dpcm, prima di decidere ulteriori misure restrittive per frenare l’avanza dei contagi. Ma c’è già un piano del governo – come titola il quotidiano “Il Mattino” – per il lockdown morbido. L’ennesima stretta dovrebbe scattare da lunedì 9 novembre. E durare fino a metà dicembre, in modo da salvare almeno il Natale.
Contagi in aumento, Conte lancia l’ultimatum: “Seguire le misure o chiuderemo tutto”
Anche il premier Conte si sta piegando alla linea dura. L’aumento dei contagi e l’inefficacia finora delle misure adottate per contenere la diffusione della pandemia sull’intero territorio nazionale stanno spingendo il presidente Giuseppe Conte a prendere in considerazione quell’eventualità che finora aveva escluso: lockdown.
Per scongiurarlo, il premier lancia una sorta di ultimatum – come titola il quotidiano “Il Mattino” – : seguire le misure o dovremo chiudere tutto.
Lockdown a Napoli, il rischio adesso è sempre più alto. Conte conferma: “Il Dpcm lo consente”
Il premier Giuseppe Conte ieri in conferenza stampa conferma l’ipotesi di un lockdown per Milano e Napoli. Nel corso del suo intervento, il Presidente del Consiglio ammette che la situazione dei contagi e della pressione ospedaliera sono critiche e non esclude provvedimenti più restrittivi, tra cui lockdown generalizzati o mirati.
Napoli e Milano in lockdown
“È contemplata la possibilità di interventi a livello territoriale, il Dpcm lo consente” ed “è questo il sistema che perseguiamo”, risponde Conte alla domanda di un giornalista.
A lanciare al Governo l’ipotesi di un lockdown per le grandi città era stato anche Walter Ricciardi, il consigliere del Ministro della Salute, Roberto Speranza. Ricciardi ieri, nel corso di un’intervista radiofonica, si è detto preoccupato dalla situazione di Napoli e Milano. In quei centri “il virus circola ovunque. Lo puoi prendere al bar, al cinema, sull’autobus”.
Duro il commento del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. “Se le strutture tecniche, il Comitato tecnico scientifico, l’Istituto superiore di sanità, la Protezione civile, il Governo, la Regione, hanno degli elementi, è inutile far fare una dichiarazione anche al più autorevole degli esperti – ha spiegato de Magistris.
Qua le parole sono piombo: se sono queste le condizioni, chi ha gli elementi per fare una comunicazione ufficiale lo facesse innanzitutto nei luoghi istituzionali”.
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