Napoli, faida interna al clan Lo Russo: omicidi, estorsioni, armi e droga. Diciannove arresti
il maxi blitz: ricostruita la faida tra i gruppi Scognamiglio e Pecorelli
Un'importante operazione contro il clan Lo Russo ha portato all'arresto di 19 persone a Napoli. Le indagini, condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) della procura di Napoli, hanno permesso di far luce su numerosi omicidi e atti di violenza, scaturiti dalla lotta per la supremazia tra due fazioni del clan: i gruppi Scognamiglio e Pecorelli. Questi gruppi si sono contesi con estrema ferocia il controllo di diversi quartieri della zona nord di Napoli, tra cui Miano, Chiaiano, Piscinola e Marianella. Sedici individui, soggetti a un'ordinanza cautelare emessa dal gip del tribunale di Napoli su richiesta della DDA, sono stati arrestati. Gli arrestati sono accusati di associazione mafiosa, omicidi, lesioni, esplosioni di colpi d'arma da fuoco in luogo pubblico, porto e detenzione di armi comuni e da guerra, estorsioni e detenzione di stupefacenti, tutti reati commessi per favorire il clan Lo Russo e aggravati dal metodo mafioso.
Le indagini
Le indagini, condotte dal febbraio 2021 al 2022, hanno visto l'impiego degli agenti della sezione Catturandi della Squadra Mobile della Questura di Napoli e del Commissariato di Scampia, con il supporto della Squadra Mobile di Perugia e dei Commissariati di Giugliano e Anzio. Le forze dell'ordine hanno ricostruito la dinamica degli episodi criminali, evidenziando l'enorme allarme sociale suscitato dai numerosi omicidi e dalle "stese" (sparatorie) che hanno segnato i territori contesi.
Gli omicidi di Milano e Avolio
Gli indagati dovranno rispondere, tra gli altri reati, degli omicidi di Salvatore Milano, membro storico del clan Lo Russo, avvenuto il 22 aprile 2021, e di Antonio Avolio, ucciso il 24 giugno 2021. Sono inoltre accusati del ferimento di Salvatore Di Caprio, avvenuto il 10 giugno 2021, e di un'aggressione avvenuta il 29 marzo 2021 ai danni di alcuni dipendenti dell'Ospedale Monaldi di Napoli, attacco legato alla compravendita di posti di lavoro per soggetti vicini al clan. Tra gli altri reati contestati figurano un'estorsione al titolare di un bar nel quartiere Miano nell'agosto 2021, il sequestro di un arsenale di armi comuni e da guerra del clan, e diverse esplosioni di colpi d'arma da fuoco in luoghi pubblici tra giugno e agosto 2021.
Prove e arresti
Le indagini hanno beneficiato di un'attività di comparazione balistica svolta dal Gabinetto di Polizia Scientifica di Napoli, che ha confermato la corrispondenza tra le armi sequestrate al clan e i bossoli rinvenuti durante alcune delle sparatorie. Parallelamente, i militari del Nucleo Operativo della Compagnia dei Carabinieri di Napoli Vomero hanno eseguito un provvedimento cautelare contro tre individui sospettati di associazione per delinquere di tipo mafioso e omicidio aggravato dal metodo mafioso. Queste indagini, iniziate nel 2020, hanno rivelato legami tra i membri di spicco del gruppo Cifrone e le nuove leve dei gruppi emergenti Scognamiglio e Catone-Pecorelli.
Sequestri e ulteriori indagini
Nel contesto delle indagini, il GICO del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli e il Nucleo Investigativo Centrale di Roma della Polizia Penitenziaria, in collaborazione con lo SCICO e la Compagnia Capodichino della Guardia di Finanza, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo d'urgenza emesso dalla DDA di Napoli. Questo provvedimento riguarda 20 individui indagati per estorsione, usura, riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori ed emissione e utilizzo di false fatture, con l'aggravante del metodo mafioso e della finalità agevolativa del clan Lo Russo.
Le operazioni finanziarie illecite
Le indagini hanno rivelato che un esponente di rilievo del clan, nonostante fosse detenuto dal 2010 con una condanna all'ergastolo per omicidio, ha continuato a impartire direttive agli affiliati per raccogliere i proventi delle attività estorsive del clan. Questo individuo ha gestito occultamente tre società e una ditta individuale, veicolando direttive dal carcere per il reimpiego di capitali illeciti. Grazie a queste attività illecite, sono stati sequestrati otto immobili, 12 lotti di terreno, cinque complessi aziendali, due autovetture, una moto e 90 rapporti finanziari, per un valore totale di circa 8 milioni di euro.
Con queste operazioni, la giustizia ha inferto un duro colpo al clan Lo Russo, contribuendo a ristabilire la sicurezza e la legalità nei quartieri di Napoli.