Maria Campai, il 17enne confessa: «Volevo sapere cosa si prova a uccidere»
Un crimine premeditato, la vita parallela online e la passione per le arti marziali: il giovane era un ammiratore di Turetta
Il caso di Maria Campai, uccisa brutalmente a Viadana il 19 settembre, continua a scuotere l'opinione pubblica.
Il principale sospettato, un ragazzo di 17 anni, ha confessato di aver voluto provare cosa si sentisse ad uccidere.
Questo macabro desiderio ha condotto alla morte della donna, avvenuta nel garage di casa del giovane. Il delitto è stato premeditato, come confermato dalle ricerche online fatte dal ragazzo prima dell'omicidio.
La confessione e il crimine premeditato
Secondo quanto riportato dalla Gazzetta di Mantova, durante un’interrogazione da parte dei carabinieri, il 17enne avrebbe detto chiaramente: “Volevo scoprire che cosa si prova ad uccidere”. Questa confessione shock rivela la premeditazione dietro l’omicidio di Maria Campai, una donna di 42 anni, originaria della Romania. Il giovane l’aveva contattata tramite una chat di incontri, probabilmente con l’intento di metter in atto il suo piano.
Il tragico incontro è avvenuto nel garage di casa del ragazzo, dove, secondo le prime ricostruzioni, Maria sarebbe stata uccisa a mani nude. La vittima è stata poi nascosta nel giardino di una vicina villetta abbandonata, coperta dal fogliame. L'autopsia stabilirà con certezza la causa della morte, ma si ipotizza che la donna sia stata strangolata o colpita con un oggetto contundente.
Una vita online oscura e l'ammirazione per Turetta
Il giovane arrestato non ha mostrato alcun segno di pentimento. Dietro la facciata di un "bravo ragazzo", descritto così dai vicini, si celava una vita parallela. Il 17enne era appassionato di arti marziali miste (MMA), una passione che condivideva pubblicamente sui suoi canali social, tra cui TikTok e YouTube.
Uno degli aspetti più inquietanti della sua attività online riguarda la sua ammirazione per Filippo Turetta, il responsabile dell’omicidio di Giulia Cecchettin. Il ragazzo sfoggiava addirittura un’immagine di Turetta sul suo profilo del videogioco Fortnite. Questo dettaglio rivela una mente ossessionata dalla violenza e probabilmente influenzata da figure criminali.
Il rapporto difficile con il corpo e la palestra
Oltre alla sua passione per le arti marziali, il 17enne manifestava un forte disagio con il proprio corpo. Su TikTok, aveva pubblicato post in cui parlava della sua insoddisfazione per la magrezza, un aspetto che aveva influenzato negativamente la sua autostima per anni. Il giovane aveva trovato nella palestra una sorta di rifugio, e tramite l’allenamento aveva cercato di superare i suoi complessi fisici, come riportato anche da Il Messaggero.
Questa ossessione per il corpo e la forza fisica, insieme alla sua fascinazione per la violenza e le arti marziali, sembra essere parte integrante del quadro psicologico che ha portato all’omicidio di Maria.
La dinamica dell'incontro e il ruolo della sorella di Maria
La tragica vicenda ha avuto inizio con un appuntamento nato su un sito di incontri. Maria Campai, residente a Parma con la sorella Roxana, si era recata a Viadana per incontrare quello che pensava fosse un possibile datore di lavoro. Roxana aveva accompagnato Maria fino al luogo dell'incontro, dove la donna avrebbe visto per l'ultima volta la sorella allontanarsi con un uomo, che solo in un secondo momento si è rivelato essere il 17enne.
Dopo giorni di silenzio e preoccupazione, Roxana aveva denunciato la scomparsa di Maria, portando alla drammatica scoperta del corpo sette giorni dopo, nascosto nel giardino di una villetta abbandonata poco distante dal condominio del giovane.
Le indagini e le accuse al giovane
Le indagini proseguono, e il giovane è attualmente accusato di omicidio premeditato e occultamento di cadavere. Gli investigatori stanno cercando di fare chiarezza su tutti i dettagli del delitto, in attesa dell’autopsia sul corpo di Maria e dei rilievi scientifici che saranno effettuati dai RIS di Parma.
Nel frattempo, il padre del ragazzo ha espresso incredulità davanti alle telecamere, dichiarando di non credere che il figlio potesse essere capace di un crimine così efferato da solo. Tuttavia, l’unica certezza è che il 17enne ha colpito Maria alla testa e l’ha soffocata, cercando poi di nascondere il corpo.
Ora il ragazzo è detenuto nel carcere Beccaria di Milano, in attesa della convalida della misura cautelare e di ulteriori sviluppi giudiziari.